Avvenire di Calabria

La gioia del sindaco Maria Grazia Vittimberga per questo significativo primato

Il riscatto di Isola Capo Rizzuto, con i suoi tre vescovi «paese graziato dal Signore»

di Francesco Chindemi

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Monsignor Antonio Staglianò, monsignor Pino Caiazzo e, adesso, monsignor Fortunato Morrone. Oltre ad essere amici ed essere stati nominati vescovi, ciò che li accomuna è il fatto che tutti e tre sono originari di Isola Capo Rizzuto. Non è un caso che la rinomata località turistica della provincia di Crotone, affacciata sul mar Ionio, sia stata ribattezzata «un paese per vescovi» anche dalla più blasonata stampa nazionale che ne ha riscoperto un’immagine lontana dalle etichette che negli ultimi anni sono state affibbiate a questo, così come altri magnifici angoli della Calabria. «Per la nostra comunità, negli ultimi anni ad aver vissuto momenti bui della sua storia, è senza dubbio motivo di orgoglio e, soprattutto, riscatto» dice, da noi intervista il sindaco Maria Grazia Vittimberga. «Siamo onorati – ancora il primo cittadino - di avere tra i nostri concittadini eletti tre vescovi in poco più di un decennio. È un po’ come sentirsi graziati dal Signore, perché non so quanti comuni con meno di 20 mila abitanti abbiano avuto questo numero di vescovi contemporaneamente. Quindi ci sentiamo onorati, contenti e appunto graziati dal Signore».

Qual è il rapporto tra il neo vescovo Morrone e la sua città natale?

C’è un legame è molto forte proprio perché originario del nostro paese. Qui risiede la sua famiglia, ci sono i suoi amici. Don Fortunato è stato, tra l’altro, parroco di Le Castella, tra le frazioni a più forte vocazione turistica che abbiamo, dove, durante il suo mandato, si è impegnato e dove torna spesso molto volentieri, non fosse altro perché proprio lì ha avviato dei percorsi religiosi e molti continuano a sussistere. Il legame è molto forte nei confronti di questo territorio.

Dalla nomina all’ordinazione. Come sta partecipando Isola Capo Rizzuto a questo evento?

Ci sono nella parrocchia dei gruppi di preghiera, anche se non si è potuto fare più di tanto per via della pandemia. Ma c’è tanto affetto nei confronti di don Fortunato. La preghiera accompagnerà il suo percorso.

 Quando è arrivata la nomina, come è stata accolta la notizia?

La notizia ha destato forte commozione, ma anche soddisfazione e senso di orgoglio e appartenenza. Un riscatto per tutta la nostra comunità che negli anni ha vissuto dei momenti molto particolari e molto bui. Anche la Chiesa locale ha vissuto momenti molto critici nei tempi anche più recenti. E allora la nomina di un altro vescovo “nostrano” è stata accolta appunto come motivo di riscatto sia per la comunità civile che per quella religiosa. Insomma assoluta felicità per questa bella notizia.

A livello personale, c’è un episodio in particolare che ricorda, legato proprio alla figura di don Fortunato?

Ce ne sono diversi. Ma tra quelli più recenti c’è il momento legato al mio insediamento come sindaco, in cui mi mandò un messaggio, anche inaspettato, dove considerava questo mio impegno politico come vocazione. Io quel messaggio me lo sono conservato e me lo sono trascritto perché vi era un’interpretazione del mio fare politica in chiave cristiana. E quindi mi ha fatto molto piacere. Nei momenti in cui attraverso momenti difficili, vado a rileggermi quel messaggio perché c’è una profondità di pensiero che è fuori dal comune.

Monsignor Morrone si appresta ora a far ingresso nell’arcidiocesi reggina...

Reggio ne beneficerà, perché don Fortunato è una persona di un’umiltà straordinaria, molto vicina alla gente. Sono convinta coinvolgerà tutti, non solo i gruppi diocesani, ma anche la comunità civile. E poi ha una straordinaria capacità di coinvolgere il tessuto sociale. Ci sarà un coinvolgimento di tipo religioso perché lui è una persona profonda da questo punto di vista, ma allo stesso tempo impegnata anche nel sociale. È questo porterà molti vantaggi alla Chiesa locale e a un territorio, quale quello reggino, molto importante. Anche perché la diocesi di Reggio è prestigiosa. Don Fortunato sarà all’altezza del compito che lo attende: essere una guida sapiente e allo stesso tempo coinvolgente.

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