Avvenire di Calabria

Conosciamo da vicino il nuovo indirizzo di studi avviato a partire da quest'anno scolastico dal prestigioso istituto diretto dalla professoressa Monterosso

L’Intelligenza artificiale in aula, il “Volta” di Reggio Calabria tra i primi licei in Italia

Dai Big data a ChatGpt, le nuove frontiere e del sapere umano e digitale diventano materia di studio

di Francesco Chindemi

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La questione può sembrare scontata, ma non lo è. In una società influenzata sempre più dalla tecnologia, il rischio che prima o poi un algoritmo “impazzito” possa sfuggire al controllo dell’uomo e creare qualche danno non è un’ipotesi tanto fantasiosa. Anche partendo da questo presupposto, il mondo della scuola ha deciso di interrogarsi su vantaggi e svantaggi legati all’Intelligenza artificiale. È il caso del Liceo scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria che ha avviato un indirizzo curriculare specifico sull’Ai, coinvolgendo i ragazzi in un approccio non solo tecnologico, ma anche umanistico. La vera sfida di questo tempo.

Liceo Volta di Reggio Calabria, a scuola di Intelligenza artificiale

Chi sostiene che la scuola in Calabria non sia al passo con i tempi, rimarrà sicuramente sorpreso dall’esperienza avviata già un anno fa dal Liceo scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria, diretto dalla professoressa Marisa Monterosso. Nel moderno “college” con vista mozzafiato sullo Stretto sono riusciti, ancora una volta, a intercettare i cambiamenti della società, declinandoli nella propria offerta formativa.

E, così, mentre già si guarda all’evoluzione della scuola 4.0, proiettata ben oltre la Media education, si è deciso di dar vita ad un innovativo indirizzo di studi sull’Intelligenza artificiale. Il corso, opzione del curriculum Scienze applicate e nell’ambito del potenziamento informatico, è stato attivato a partire proprio dall’anno scolastico che si avvia a conclusione.


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Nasce non solo da un’intuizione, ma anche da una constatazione che proietta già al presente, oltre che al futuro soprattutto dei più giovani: le nuove tecnologie degli algoritmi stanno pervadendo ogni aspetto della vita quotidiana. Se è vero che l’Intelligenza artificiale potrà offrire grandi opportunità, al tempo stesso è prioritario capire come utilizzare le tecnologie digitali senza essere sopraffatte da esse.

È una questione che non interessa solo l’informatica o la tecnologia, ma tutta la sfera del sapere umano. Da qui la scelta di valorizzare il confronto interdisciplinare creando connessioni virtuose, spiegano i docenti coordinatori del nuovo indirizzo. Una consapevolezza che vede già coinvolti gli studenti che hanno “inaugurato” il percorso avviato presso il loro liceo scientifico.

Ormai a conclusione del primo anno di questo nuovo percorso, abbiamo voluto conoscerli e raccogliere qualche considerazione. Accompagnati dalla dirigente veniamo accolti nella loro classe, la prima A di Scienze applicate con indirizzo “Intelligenza artificiale”.

L'Ai in aula, parlano gli studenti

Alfredo Versace ripercorre questi mesi di studio, nel corso dei quali l’algoritmo è stato, in qualche modo, sempre presente tra gli argomenti trattati in tutte le materie. Dall’aspetto etico, affrontato con la docente di Italiano, a quello più legato alle tecnologie, approfondito durante le lezioni di Fisica o Informatica, fino ad esaminare i meccanismi che la macchina utilizza per apprendere e produrre output.

«È una grande opportunità quella che il nostro liceo ci ha offerto per approfondire tematiche attuali, ma che ci proiettano già al futuro», dice Alfredo. Termini come Chatgpt, Machine learning, Big data sono ormai all’ordine del giorno. «Anche grazie al confronto con esperti ricercatori del Cern di Ginevra e il mondo delle Università ne abbiamo compreso meglio il significato e l’applicazione nel campo dell’Intelligenza artificiale». Un cammino appena iniziato, ma che ha già contribuito ad arricchire il bagaglio di conoscenze dei ragazzi.

Una finestra sul mondo

Giulia Campicelli, come Alfredo, è al primo anno di Scienze applicate con indirizzo “Intelligenza artificiale”. Ad anno scolastico agli sgoccioli, è soddisfatta dell’esperienza vissuta. «Il nostro - dice - è un percorso che, nel farci conoscere il mondo dell’Intelligenza artificiale, ci apre, inevitabilmente, una porta verso il futuro. L’Ai, infatti, sarà alla base non solo di ogni esperienza lavorativa, ma anche sociale e relazionale. Ho scelto questo indirizzo con la consapevolezza che mi aiuterà ad affrontare le sfide del domani».

Giulia sembra avere le idee molto chiare. Anche rispetto alla scelta scolastica fatta, nonostante - ammette - «non abbia mai avuto una grande propensione per l’informatica. Grazie a questo corso, però, ho potuto approfondire temi che fanno parte della vita di ogni giorno». Il primo approccio è stato con le informazioni».

«Abbiamo toccato con mano - conclude - cosa sono i Big data che stanno alla base di ogni intelligenza artificiale, approfondendo una serie di dati che all’apparenza potrebbero sembrare banali, ma che ci aiutano ad acquisire consapevolezza del mondo in cui oggi viviamo».

Intervista alla dirigente Monterosso: «Formiamo gli umanisti del domani»

Nel parlare di Intelligenza artificiale, non si può tralasciare la storia dell’evoluzione umana. C’è da sempre una forte correlazione tra uomo e intelligenza. E il progresso ne è la dimostrazione. Marisa Monterosso, dinamica dirigente scolastica del Liceo scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria, tiene a fare questa premessa, per spiegare i motivi per i quali la sua scuola ha scelto di avviare un percorso di studi che approfondisca il tema dell’algoritmo.

Oggi qual è lo scenario educativo?

L’educazione da sempre è il mezzo per eccellenza attraverso cui avviene la trasmissione dell’intelligenza. Ma rispetto a quanto sosteneva Hanna Arendt nella “Crisi dell’educazione”, ossia che ogni nuova generazione di bambini costituisce una sorta di invasione barbarica che deve essere civilizzata dagli adulti, oggi si può affermare il contrario. I “nuovi barbari” sono gli adulti, perché sono immersi in un contesto tecnologico che molto spesso utilizzano senza conoscere, mentre i ragazzi sembrano dominarlo un po’ meglio.

Significa che la scuola è chiamata a formare dei tecnologi?

No, l’esatto contrario. La scuola deve investire nei saperi umanistici perché deve formare dei nuovi umanisti che siano in grado, attraverso il loro pensiero, di contrastare il nichilismo imperante e poter pensare ad orizzonti di senso attraverso degli obiettivi condivisi. Da qui parte il senso del nostro progetto, che è quello di integrare il nostro percorso curricolare attraverso un potenziamento dei saperi umanistici ma anche dei saperi scientifici, per affiancare la qualità dell’intelligenza epistemologica e cognitiva - tipica dell’intelligenza umana - con le capacità analitiche dell’intelligenza artificiale.

Quale dunque il ruolo dell’istituzione scolastica?

L’Intelligenza artificiale fa parte ormai della nostra vita. Certo, al momento il cervello umano detiene ancora il primato, ma non sappiamo fino a quando. Il ruolo della scuola è quello, da un lato di insegnare a gestire questo nuovo delirio di onnipotenza dell’uomo e dall’altro insegnare la convivenza tra intelligenza biologica e intelligenza artificiale. E da qui che nasce proprio il nostro curricolo.

Ce ne vuole parlare?

Il nostro curricolo sull’Intelligenza artificiale si propone non solo di affiancare e integrare alcune discipline informatiche, ad esempio, con il Machine learning o l’Internet delle cose. Ma anche i linguaggi della matematica, le neuroscienze cognitive e, addirittura, la letteratura e la filosofia, in particolare per quanto attiene l’aspetto etico.

L’etica, dunque, alla base di tutto. Anche dell’Ia?

La scuola deve aiutare oggi i ragazzi a muoversi in questo mondo ipertecnologico per comprendere il senso della loro vita all’interno di un pianeta che va comunque salvaguardato e non dominato da un qualcosa che è ancora troppo nuovo e di cui conosciamo poco gli effetti nefasti. Dunque il ruolo della scuola diventa centrale. Così come la professione dell’insegnante. Il Liceo scientifico Alessandro Volta non ha mai avuto la pretesa di seguire delle mode, ma soltanto l’umiltà di leggere la realtà per aiutare e affiancare i ragazzi in un percorso di crescita non solo intellettivo, ma soprattutto umano e, perché no, anche spirituale. 

Intelligenza artificiale a scuola, l'offerta del Liceo Volta

Il piano didattico del quinquennio prevede la collaborazione con ricercatori del Cern, Epfl, dell’Infn. Fondamentale, il supporto e il partenariato con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la consulenza del professor Carlo Morabito, docente di Ingegneria elettronica, vice presidente dell’International neural network society e della Siren presso l’Iiass.

Obiettivo del corso con indirizzo in Intelligenza artificiale del Liceo Volta a cui si lavora già da un anno, sotto la guida della dirigente Monterosso con il contributo didattico e scientifico di un gruppo di docenti coordinati dalle professoresse Petronio, docente di Matematica e fisica, e Nocera, docente di Informatica, responsabili del progetto educativo, è, non solo offrire agli studenti una preparazione in linea con le nuove offerte degli atenei (corsi di laurea in Data science, Internet of things, Big data, Machine learning e Artificial intelligence, oltre che in Scienze informatiche e Ingegneria informatica).


PER APPROFONDIRE: Quanto (e come) è importante una stagione di innovazione per la Calabria


L'intento è, soprattutto, costruire competenze negli ambiti dell’analisi dei dati, della pianificazione, del ragionamento ed apprendimento automatico, dell’etica dell’intelligenza artificiale e dell’interazione uomo-macchina, facendo sì che la scuola sia il “trait d’union” per il corretto dialogo e contaminazione dei saperi e delle competenze formative e professionali.

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