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“La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Questa l’altra domanda di Gesù citata nella prima omelia di Leone XIV da Papa, nella messa presieduta nella Cappella Sistina con i cardinali elettori. “Non è una questione banale, anzi riguarda un aspetto importante del nostro ministero: la realtà in cui viviamo, con i suoi limiti e le sue potenzialità, le sue domande e le sue convinzioni”, ha sottolineato il nuovo Pontefice, secondo il quale a tale domanda sono possibili due risposte, che delineano altrettanti atteggiamenti. C’è prima di tutto “la risposta del mondo, che considera Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare meraviglia con il suo modo insolito di parlare e di agire. E così, quando la sua presenza diventerà fastidiosa per le istanze di onestà e le esigenze morali che richiama, questo mondo non esiterà a respingerlo e a eliminarlo”. L’altra possibile risposta alla domanda di Gesù è quella della gente comune, per cui il Nazareno – ha spiegato Papa Prevost – “non è un ciarlatano: è un uomo retto, uno che ha coraggio, che parla bene e che dice cose giuste, come altri grandi profeti della storia di Israele. Per questo lo seguono, almeno finché possono farlo senza troppi rischi e inconvenienti. Però lo considerano solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi”. Secondo il Papa, questi due atteggiamenti “incarnano idee che potremmo ritrovare facilmente – magari espresse con un linguaggio diverso, ma identiche nella sostanza – sulla bocca di molti uomini e donne del nostro tempo”.
Fonte: Agensir