Avvenire di Calabria

Il 18 settembre l'ingresso nella nuova comunità parrocchiale intitolata ai Santi medici Cosma e Damiano

Masella, don Zampaglione: «La parrocchia è la casa di tutti»

«Corresponsabilità, accoglienza e ricchezza delle comunità» nell'omelia del vescovo Morrone e nel saluto del nuovo parroco

di Claudia Pugliese

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Don Giovanni Zampaglione da più di una settimana è il nuovo parroco di Masella di Montebello Jonico. Il giorno del suo ingresso nella nuova comunità, accompagnato dal vescovo e accolto da fedeli e parenti, il sacerdote ha sottolineato il significato di comunità e Eucaristia.

Giorno 18 settembre per la comunità parrocchiale di Masella è stata una domenica di grande festa. I fedeli hanno vissuto la gioia dell’insediamento del nuovo parroco, don Giovanni Zampaglione, figlio, e ora anche padre della borgata.


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A presiedere la solenne celebrazione eucaristica, il vescovo metropolita monsignor Fortunato Morrone, con il cerimoniere don Nicola Casuscelli, a concelebrare don Giovanni Gattuso, anche in veste di notaio ad acta, e don Danilo Nocera parroco di Saline Joniche. La chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Masella ha accolto fedeli anche delle parrocchie limitrofe e di Marina di San Lorenzo e Roghudi, dove don Zampaglione ha svolto il suo ministero per ben 13 anni.

Presenti il sindaco di Montebello Jonico, Maria Foti, e il sindaco di San Lorenzo, Giuseppe Floccari, a rappresentare le forze dell’ordine il capitano Daniele Barbero, comandante della compagnia Carabinieri di Melito Porto Salvo e il maresciallo Ferdinando Ocello, comandante della stazione di Saline. Una rappresentante parrocchiale, nel dare il benvenuto all’arcivescovo e al nuovo parroco, ha affermato: «Siamo consapevoli che la Chiesa è la casa di tutti, per cui, ci sentiamo parte di questa famiglia universale, che si regge sul fondamento dell’Amore, pertanto, ci sentiamo corresponsabili nella fede, nella comunione, nell’accoglienza e nella solidarietà».

L'esortazione di monsignor Morrone alla comunità di Masella

Monsignor Morrone ha richiamato queste parole anche nella sua omelia, nella quale ha toccato temi importanti: la corresponsabilità nella fede, l’accoglienza soprattutto degli ultimi, la ricchezza onesta frutto del sudore della fronte e non dello sfruttamento del povero, di cui Dio ci chiederà conto quando busseremo alla sua porta celeste. Dopo i vari riti previsti il vescovo ha ceduto la sede al nuovo parroco.

Un emozionato e commosso don Zampaglione, nel ringraziare il vescovo, i suoi confratelli, anche gli assenti, la sua famiglia e tutti i presenti, ha annunciato lo scopo della sua missione: «Dio mi ha mandato ad evangelizzare i poveri, a soccorrere i bisognosi, ad annunziare la misericordia»; poi il suo programma pastorale: «Sarò il prete di tutti. Ognuno ha il diritto di bussare alla mia porta e al mio cuore per trovare accoglienza».

Il saluto di don Zampaglione alla comunità di Masella

«Come diceva San Giovanni XXIII, ''la Parrocchia è come la vecchia fontana del villaggio che disseta le varie generazioni. Noi cambiamo, la fontana resta''. Credo molto nel valore della Comunione, del volersi bene e ''gareggiare nello stimarsi a vicenda'', secondo l'invito rivolto da San Paolo nella lettera ai Romani. La Comunione, come dice il Papa è davvero - ha aggiunto il nuovo parroco di Masella - uno dei nomi della Misericordia. Assieme alle suore della fraternità Shalom che hanno lavorato bene in questo territorio, ai vari collaboratori e ai laici incontrerò e visiterò gli ammalati, le persone sole, i giovani, i ragazzi, le famiglie e naturalmente il consiglio pastorale e il consiglio per affari economici. Sono certo che insieme e con l'impegno di tutti faremo ''grandi cose''».


PER APPROFONDIRE: Gallico, la comunità di San Biagio ha accolto don Russo


«Da parte mia – ancora don Zampaglione –  annuncerò Cristo con passione e credo. Cercherò di andare avanti sereno nel Signore e, se sarò sostenuto dalle vostre preghiere, potrò ripetere le parole dell'apostolo Paolo: «Tutto posso in colui che mi da ''forza'' (Fil 4,13). Faccio mio il criterio lasciatoci da Sant’Ignazio di Loyola: ''Lavorare come se tutto dipendesse da noi e poi confidare in Dio, come se tutto dipendesse da lui''».

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