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«Ho ringraziato tutti coloro che mi sono stati vicino e mi auguro per la città di Reggio Calabria, affinché possa crescere, che il coraggio di mio padre non venga dimenticato, che tutte le persone che hanno sbagliato, possano pagare, visto che mio padre ha perso la vita solo perché voleva lavorare onestamente». Cosi Daniela Ielo la figlia di Bruno, il tabaccaio di Reggio Calabria ucciso dalla ndrangheta nel 2017, in un agguato nel rione Catona, perché si rifiutò di cedere alle richieste estorsive della criminalità organizzata all'agenza "Dire".
Oggi sul luogo dell'attentato l'Istituto scolastico di Catona Lombardo-Radice e la fondazione Girolamo Tripodi, hanno voluto ricordare la sua memoria, celebrando una Giornata della legalità in sua memoria, apponendo una targa in marmo. Bruno Ielo è stato per molti anni un funzionario scolastico anche nella scuola di Catona, prima di intraprendere, da pensionato, l'attività di tabaccaio insieme alla figlia Daniela.
Alla cerimonia hanno preso parte, inoltre, i massimi rappresentanti delle istituzioni cittadine, il prefetto Massimo Mariani, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri, la guardia di finanza, la marineria di Catona, e in rappresentanza del Comune di Reggio Calabria il presidente del consiglio comunale Enzo Marra.

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