Il dottor Vincenzo Dattola lavora in ospedale a Reggio Calabria. Nella sua carriera ha sperimentato nuove forme di cura
Sclerosi multipla, parla il neurologo reggino Vincenzo Dattola: «Cure personalizzate»
La sperimentazione del Nordic Tale: «Migliora la resistenza aerobica»: da tenere in considerazione alcuni accorgimenti
di Federico Minniti
30 Maggio 2022
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Vincenzo Dattola è un neurologo del Grande ospedale metropolitano. Coautore di pubblicazioni scientifiche pubblicate su riviste internazionali; da un anno è componente della Commissione della Regione Calabria per il monitoraggio e l’implementazione del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) dei pazienti affetti da sclerosi multipla. Lo abbiamo intervistato.
Vincenzo Dattola, neurologo di Reggio Calabria, ci parla della cura della Sclerosi multipla
Vincenzo Dattola lavora in ospedale. Nella sua carriera ha sperimentato nuove forme di cura.
Sclerosi multipla, quali sono i sintomi da tenere sotto osservazione e cosa fare subito dopo la diagnosi?
I sintomi che piu di frequente sono suggestivi di una ipotesi diagnostica di sclerosi multipla sono sintomi visivi (calo del visus associato a dolore nei movimenti oculari); interessamento dei nervi cranici (per esempio: visione doppia, nevralgia trigeminale, paresi faciale, difficoltà nella articolazione delle parole); disturbi della sensibilita (specie “formicolio e addormentamento”) al volto, al tronco e/o ai 4 arti e deficit di forza ai 4 arti.
Ancora: alterazioni dell’equilibrio, instabilità o scarsa coordinazione, tremore; sintomi sfinterici (urgenza ad urinare o, al contrario, difficoltà a vuotare la vescica, stitichezza o incontinenza fecale) e delle funzioni sessuali e “sensazione di scossa elettrica” lungo la schiena e a volte alle gambe, scatenata dai movimenti di flesso-estensione del capo (cosiddetto Segno di Lhermitte).
Il soggetto che riceve una diagnosi di sclerosi multipla dovrà affidarsi alle cure di un Centro gestito da neurologi esperti nella cura della malattia. In accordo col neurologo di fiducia andrà scelta e intrapresa una terapia in grado di agire sul sistema immunitario, riducendo infiammazione e progressione di malattia.
Che consigli si sente di dare ai caregiver e familiari dei pazienti?
Il consiglio più importante per familiari e caregiver dei soggetti affetti da sclerosi multipla è quello di considerarsi i primi portatori di assistenza. Partecipare attivamente alle visite programmate, onde avere sempre piena contezza delle condizioni del proprio congiunto, e mantenersi sempre aggiornati su trattamenti effettuati e possibili eventi avversi ad essi correlati è il modo migliore di adempiere a tale fondamentale ruolo.
https://www.youtube.com/watch?v=yeD6g9rzxsA
Parliamo di terapia e, in particolare, di telemedicina. Si possono seguire i pazienti a distanza? Questo li aiuta nella loro indipendenza?
L’effettuazione di periodiche valutazioni neurologiche e la somministrazione di terapia endovenose rendono necessario l’accesso del paziente al Centro, tuttavia la pandemia Covid-19 ha reso indispensabile ripensare l’organizzazione del Servizio sanitario nazionale, attraverso l’attivazione degli strumenti di sanita digitale, che riducano al minimo indispensabile lo spostamento dei pazienti fortemente disabili (e quindi più fragili).
In tale ottica si possono considerare gli strumenti (scale) di autovalutazione (per esempio della fatica, del dolore, della depressione e ansia, della qualità di vita). disabile e garantire massima autonomia lavorativa e sociale a chi non necessita di stringenti controlli.
Nel prossimo mese di giugno al Santuario di Paola si terrà una tappa del “Nordic tale”, che prevede una camminata di pazienti e caregiver. Come giudica questi tipi di approcci?
Un numero sempre crescente di ricerche scientifiche, condotte in ambito neuroriabilitativo, individua nell’esercizio fisico un valido alleato nel trattamento della sclerosi multipla, avendo effetti diretti sul rallentamento della degenerazione neuronale che si accompagna ai processi infiammatori della malattia.
La disciplina del Nordic Walking, in particolare, se svolta da soggetti con disabilità lieve/moderata è in grado, attraverso l’esercizio della muscolatura assiale e dei 4 arti, di migliorare resistenza aerobica (e quindi ridurre fatica), aumentare la forza muscolare, affinare equilibrio e coordinazione motoria. L’utilizzo delle bacchette, durante la camminata consente, tra l’altro, di ottenere tali benefici senza sovraccaricare le articolazioni.
Alcuni accorgimenti vanno, tuttavia, tenuti in debita considerazione, quale, per esempio, il ridurre al minimo (mediante l’utilizzo di indumenti traspiranti, il ricorso ad un adeguato apporto idrico e il favorire percorsi senza diretta esposizione al sole e, comunque, in ore meno calde) il riscaldamento del corpo e il conseguente sopraggiungere della fatica.
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