Avvenire di Calabria

Il percorso avviato lo scorso ottobre da monsignor Morrone ha contribuito, tappa dopo tappa, a interrogarsi sullo stile da seguire per costruire insieme

Sinodo a Reggio Calabria, un cammino comune tra ascolto e ricerca

La componente dell'équipe diocesana: «Un percorso che ha aiutato sacerdoti e fedeli laici a interrogarsi sul nostro modo di essere Chiesa»

di Marisa Delfino*

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Si è da poco conclusa la prima fase del percorso del Sinodo iniziato con la Celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro il 10 ottobre 2021 ed aperto nell'arcidiocesi di Reggio Calabria dall’arcivescovo monsignor Morrone il 17 ottobre con una solenne Celebrazione eucaristica in Cattedrale.

La mia prima impressione, raccontando il nostro percorso, molto positiva è quella di un cammino non precostituito ma che si è costruito piano piano; per questo mi è tornato in mente un libro molto famoso degli anni settanta di Arturo Paoli “Camminando s’apre cammino”.


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Un percorso che ha richiesto alle nostre parrocchie e a tutta la comunità diocesana di mettersi in discussione cambiando alcune abitudini, che ha “costretto” sacerdoti e fedeli laici a interrogarsi sul loro modo di essere e di essere Chiesa. La comunità ecclesiale ha cercato di interrogarsi su sé stessa e di confrontarsi con le varie realtà del territorio (Leggi qui il documento di sintesi della diocesi di Reggio Calabria - Bova).

Sinodo a Reggio Calabria, un vero e proprio cammino

Un vero e proprio cammino il Sinodo nel senso letterale del termine: l’equipe diocesana per il Sinodo voluta dall’arcivescovo, della quale faccio parte, ha camminato incontrando le Zone pastorali, il nostro arcivescovo ha avuto tanti incontri; nelle parrocchie si sono svolti approfondimenti, assemblee. Dalla nostra Cattedrale sono “partite” le catechesi di padre Sergio Sala che con varie modalità hanno raggiunto tutta la diocesi: insomma, una comunità in movimento. Proprio questo ci sta chiedendo papa Francesco ma soprattutto questo ci stia chiedendo il momento storico, complesso e difficile che viviamo.

La scorsa settimana ho partecipato ad un convegno nazionale del settore adulti dell’Azione cattolica, a Roma; mi è rimasta impressa una frase del saluto che ci ha rivolto il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano: «Noi non possiamo e non dobbiamo avere la presunzione di avere le risposte, sempre e a tutto; noi invece, nella realtà in cui stiamo vivendo, dobbiamo avere molta cura per le domande».

Un cammino tra fragilità, bisogni e la Parola di Dio

Il cammino sinodale vuole riportarci alla nostra realtà esistenziale di pellegrini fragili e bisognosi dell’amore e della misericordia del Signore, che camminano con tanti compagni di viaggio; pellegrini umili ma saldamente sostenuti nel loro cammino dalla Parola di Dio, dalla grazia del Battesimo e dalla forza di una fede condivisa con tutta la Chiesa.

La scoperta o ri-scoperta della centralità della Parola di Dio è il primo dono che questa fase sinodale ci lascia; un dono da custodire e da sviluppare. Ascolto, dialogo, confronto sono alcune delle parole-chiave emerse assieme ad un’altra parola che spesso è sulla bocca dei fedeli laici e dei presbiteri ma che va meglio compresa e vissuta: «corresponsabilità».

Il Sinodo come “stile”

Il Sinodo è finito? Da settembre tutto tornerà “finalmente” alla normalità? Personalmente mi auguro di no perché la parola Sinodo non indica un evento che come tutti gli eventi ha un inizio e una fine; la parola Sinodo indica invece uno stile, un modo di essere, anzi l’unico modo di essere veramente Chiesa.


PER APPROFONDIRE: Sinodo a Reggio Calabria, ecco il documento di sintesi


È il modo che ci viene presentato negli Atti degli Apostoli: non una Chiesa perfetta ma una Chiesa in cammino; non donne e uomini perfetti ma donne e uomini che cercano Dio e, quando Lo incontrano, con gioia Lo annunciano; donne e uomini che, con i loro difetti, i loro limiti e le loro diversità, si riconoscono fratelli e sorelle, uniti dalla fede nel Cristo Risorto. Camminiamo allora con fiducia e speranza e, soprattutto, «insieme».

*componente équipe sinodale diocesi Reggio Calabria-Bova

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