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«L’esperienza del sinodo vissuta in diocesi di Reggio Calabria - Bova in questo anno, è stata una ventata di freschezza per la Chiesa, ha permesso alle nostre comunità di rimettersi in movimento». Inizia così la testimonianza di Eugenia Santoro, componente dell'équipe diocesana sinodale di Reggio Calabria - Bova, tra i 242 referenti regionali (laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati) a partecipare al secondo incontro dei referenti diocesani del Cammino sinodale che si è concluso domenica 15 maggio a Roma e iniziato il 13 maggio. Una tre giorni di riflessione che si è concentrata sulle istanze emerse dalle sintesi diocesane.
L'esperienza del sinodo vissuto nella nostra diocesi di Reggio Calabria - Bova mi ha fatto comprendere che viviamo dentro una Chiesa che ha bisogno di rinnovarsi «per essere al passo con questo tempo», come ci ha ricordato più volte il nostro arcivescovo, per poter essere guida sicura per affrontare le sfide della vita.
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Per fare questo si è messa in cammino, in un cammino dove la parola chiave è ascolto. Non si è semplicemente parlato di sinodalità ma la si è vissuta, facendo i conti anche con le proprie fatiche: nel lavoro dell’equipe diocesana, nell’accompagnamento discreto e sollecito delle parrocchie e delle realtà coinvolte, nella creatività pastorale messa in moto, nella capacità di progettare, verificare, raccogliere, restituire alla comunità.
Un’esperienza molto bella, generativa, che sta aiutando a riscoprire la corresponsabilità che viene dalla dignità battesimale. Il percorso di ascolto fin qui fatto va custodito come esercizio dello spirito e della fede. Tutti coloro che sono stati coinvolti nell’ascolto in questo anno attraverso gli incontri nelle parrocchie, ma anche le istituzioni, i giovani nella scuola, coloro che vivono ai margini, hanno avuto qualcosa da dire sulla Chiesa. Questo ci fa comprendere che la Chiesa “importa” a tutti.
Gli incontri fatti a Roma come referenti diocesani hanno dato ulteriore conferma a questo sentire diocesano, facendomi comprendere che lo Spirito soffia da nord a sud, e la voce è unanime: siamo chiamati ad essere Chiesa che attraverso l’ascolto della Parola educa ciascuno di noi a metterci in ascolto gli uni degli altri, per sapere accogliere tutti, lasciandoci trasfigurare da Colui che ci accoglie per primo.
L’ascolto e l’accoglienza portano a costruire relazioni, a donare tempo e cura al prossimo, a riscoprire insieme il gusto di nutrirsi della Parola nella celebrazione. Si avverte oggi nella Chiesa la necessità di un linguaggio chiaro e trasparente che possa arrivare al cuore di ciascuno per potersi mettere in dialogo con il mondo.
PER APPROFONDIRE: Sinodo a Reggio Calabria, ecco il documento di sintesi
Si desidera una Chiesa che sia casa, dove si vive la fraternità, dove ci si senta amati e protetti, dove si sanano le ferite. È attraverso queste dimensioni entro cui si muove la Chiesa italiana, che dovrebbe concretizzarsi il «camminare insieme». Siamo sollecitati a camminare insieme, è questa la sfida in campo!
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