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l dibattito sul rilancio delle infrastrutture in Calabria apre il 2024, purtroppo, anche all'insegna di un drammatico evento che ha sconvolto l'intera regione e la comunità reggina di San Luca.
Quattro giovani vite spezzate, ancora sangue sull'asfalto della 106. È stata un'Epifania tragica in Calabria per l'ennesimo incidente registratosi sulla statale ionica. Una dinamica ancora da accertare per un sinistro che riapre, inevitabilmente, il dibattito sulla necessità di mettere in sicurezza l'arteria.
Solo nel 2023, ricorda l'Associazione "Basta Vittime sulla Strada statale 106", ben 228 sono state le vittime registrate sulla statale ionica. Nonostante sia le seconda più importante arteria viaria della Calabria, evidenzia ancora l'associazione, oggi versa in uno stato comatoso, inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico.
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«È necessario un piano urgente e massiccio di investimenti per l’ordinaria e la straordinaria manutenzione e la messa in sicurezza urgente dei punti più pericolosi sul tracciato esistente della Statale 106 in Calabria», sottolinea in particolare il direttore operativo di "Basta vittime", l'ingegnere Fabio Pugliese.
L'ultimo incidente rimette al centro della riflessione la necessità di «intervenire con urgenza sull’attuale tracciato». Pugliese rilancia sull’ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale dell’intera Statale 106 da Sibari fino a Reggio Calabria.
Per il fondatore dell'associazione che da anni denuncia «la più grande strage di stato», l’ennesima tragedia stradale avvenuta sulla Statale 106 apre una riflessione su quali sono le vere priorità infrastrutturali per la Calabria. «Nessuno - afferma - vuole esprimere contrarietà sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto che merita di essere realizzato. Tuttavia, è innegabile che l’urgenza assoluta sia rappresentata dall’ammodernamento a 4 corsie con spartitraffico centrale della famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria».
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Per Pugliese, «sfuggire da questa realtà e non capire questo fatto ovvio significa inevitabilmente assumersi la responsabilità di essere moralmente complici di tante tragedie che purtroppo verranno. Sulla Statale 106 inizia l’anno nel peggiore dei modi…», aggiunge.
Tra stallo dei lavori lungo il Terzo Macrolotto ai progetti esecutivi ma mai avviati, ciascun territorio attraversato rivendica le proprie legittime richieste. Sullo sfondo il diritto alla mobilità e a poter percorrere in sicurezza la principale via di collegamento collegamento dopo l'Autostrada A2.
Una delle principali preoccupazioni - anche per i tratti in cui sono partiti i lavori di ammodernamento - è rappresentata dalle risorse messe a disposizione dal Governo che nell'ottobre dello scorso ha proceduto allo stanziamento di 3 miliardi di euro per i tratti da ammodernare lungo l'asse Sibari-Catanzaro, escludendo di fatto, al momento, il tracciato da Catanzaro a Reggio Calabria.
C'è poi la questione dei progetti approvati ad inizio anni duemila, ma mai finanziati, come quello relativo al nuovo tratto di 106 a quattro corsie, per uno sviluppo di 53 chilometri (lungo la dorsale reggina), che avrebbe dovuto collegare Melito Porto Salvo a Sant'Ilario dello Jonio. Un progetto approvato dal Consiglio d'amministrazione Anas nel 2005 per un importo previsto - all'epoca - di 3,2 miliardi di euro. 6 anni circa, invece, i tempi di realizzazione.
Il progetto è rimasto riposto nei cassetti di Anas. V’è traccia, comunque, nella rete (qui il link) con tanto di rendering di come sarebbe dovuta venire l’opera. Nei mesi scorsi i sindaci della locride e del basso ionio reggino hanno incontrato il commissario straordinario per la Ss106, Massimo Simonini proprio per un confronto su questo, così come su altri progetti legati a questo tratto di arteria.
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«Già nel 2016 insieme ad altri sindaci dell’area, abbiamo chiesto un intervento significativo: collegare Reggio Calabria a Taranto attraverso un’arteria stradale a quattro corsie, come lo sono in alcuni tratti settentrionali della Calabria e il tracciato lucano-pugliese», ha ricordato recentemente ad Avvenire di Calabria, Pierpaolo Zavettieri presidente dei sindaci dei comuni dell’area grecanica.
Sindaci dell'area grecanica guidati dallo stesso Zavettieri che solo un mese fa avevano rilanciato l'ennesimo appello al ministro del Trasporti Matteo Salvini per l'ammodernamento e la messa in sicurezza della Statale 106 anche nel tratto che attraversa il versante ionico reggino.
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Un appello a sottoscrivere il quale insieme al primo cittadino di Roghudi, anche Giovanni Verduci di Motta San Giovanni, Maria Foti di Montebello Jonico, Salvatore Olrando di Melito, Santo Monorchio di Bagaladi, Daniela Arfuso di Cardeto, Saverio Zavettieri di Bova Marina, Santo Casile di Bova, Umberto Nocera di Palizzi, Silvestro Garoffolo di Brancaleone, Giovanna Pellicanò di Staiti, Giuseppe Cuzzola di Bruzzano Zeffiro e Domenico Pizzi di Ferruzzano.
«Una battaglia per la nuova 106 che non si può vincere isolandosi, ma va condotta con tutte le istituzioni locali, forze economiche e sociali e le popolazioni da Reggio a Taranto» perché - a giudizio dei sindaci - «la classe dirigente nazionale deve comprendere le ragioni di strategicità di questa infrastruttura».
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