Terapia intensiva pediatrica, le solite (e inutili) polemiche in Calabria. La scomparsa di una bambina calabrese per coronavirus, nonostante il trasporto in elisoccorso a Roma, ha aperto un aspro dibattito. Da un lato i pediatri attaccano la classe politica, mentre il governatore Occhiuto chiede tempo e apre un'indagine.
Terapia intensiva pediatrica, le solite (e inutili) polemiche in Calabria
Manca «nella nostra regione di un piano organico per la gestione dell’emergenza urgenza in età pediatrica e, soprattutto, della mancata attivazione di una unità operativa complessa di Terapia Intensiva pediatrica regionale». È l’allarme lanciato da Domenico Minasi, presidente della Società Italiana Pediatri – sezione Calabria, a seguito della triste notizia della morte, a causa del covid, della bambina di Mesoraca.
Per il presidente, infatti, non è più rinviabile «una riorganizzazione dell’intera rete assistenziale pediatrica regionale, compresa quella relativa all’emergenza urgenza capace di superare le carenze strutturali, tecnologiche ed organizzative attualmente esistenti».
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«Siamo ovviamente sconvolti dalla vicenda della piccola Ginevra, la bimba calabrese di appena due anni deceduta a Roma a causa di gravi complicazioni causate dal Covid. Tutta la comunità regionale si strige alla famiglia, in questo difficilissimo momento. Ma in queste ore stiamo leggendo tante inesattezze, e corre l’obbligo di evitare una pericolosa disinformazione. Non è vero che la Regione Calabria non ha posti di terapia intensiva pediatrica. Presso l’ospedale di Cosenza ci sono 6 posti letto attualmente attivi: 4 per bambini con peso oltre i dieci chili, e 2 per bambini con un peso inferiore. E nel corso del 2021, in Calabria, sono stati curati con ottimi risultati 38 bambini in terapia intensiva pediatrica. Già da alcune settimane poi, in collaborazione con il Policlinico universitario di Catanzaro, la Regione sta lavorando per ampliare ulteriormente il numero dei posti letto in terapia intensiva, quelli in terapia intensiva pediatrica, e per abilitare per questi ultimi anche la ventilazione in Ecmo». Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
«Quanto al dramma di questi giorni, purtroppo le condizioni della piccola Ginevra, da quanto appreso, sembravano davvero disperate, e per questa ragione è stato reso necessario il trasporto d’urgenza presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma. Su questo e sui passaggi precedenti al trasferimento fuori dalla Regione, ho avviato immediatamente, tramite il Dipartimento Salute della Cittadella, un’indagine per accertare i fatti ed eventuali responsabilità da parte del sistema sanitario regionale».
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«È vero che dal 2018 sono stati attivati a Cosenza 4 posti letto di terapia intensiva pediatrica per bambini con peso oltre i 10 Kg, in ambiente di terapia intensiva dell’adulto, e 2 posti letto per bambini con peso inferiore, in locali adiacenti alla terapia intensiva neonatale, ma l’ECMO (polmone a membrana extracorporea), che supporta le funzioni vitali mediante circolazione extracorporea, è utilizzata solo nelle strutture di terzo livello, pertanto non è consentita». Lo ha affermato, in una nota, la presidente dell’assemblea regionale Pd, Giusy Iemma, in merito alla morte della piccola Ginevra, la bimba di Mesoraca trasportata prima a Catanzaro e poi a Roma dove è morta, rispondendo alle affermazioni del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.