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Anche le comunità parrocchiali della diocesi di Reggio Calabria - Bova parteciperanno alla colletta nazionale indetta dalla Cei a sostegno delle popolazioni terremotate di Siria e Turchia che si terrà domenica prossima (quinta di Quaresima), 26 marzo.
Quella che si terrà fra sette giorni sarà una giornata di solidarietà e vicinanza concreta anche attraverso la preghiera che, come previsto dal sussidio diocesano quaresimale, si svolgerà domenica prossima. Già dal primo appello, le comunità parrocchiali della diocesi reggina - bovese, animate dai propri parroci e, con il contributo di tanti fedeli, hanno avviato la raccolta.
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Le offerte - come già comunicato dalla Conferenza episcopale italiana - saranno destinate a Caritas Italiana che le impiegherà per sostenere progetti in favore delle popolazioni colpite dal sisma. Nell’immediato i progetti riguardano principalmente l’assistenza umanitaria per fornire cibo, alloggio, beni di prima necessità, con una particolare attenzione ai più vulnerabili come gli anziani, i minori, i malati, i disabili.
L’accoglienza richiede anche la messa a disposizione di mense per la fornitura di pasti, strutture per una assistenza sanitaria, spazi per l’accoglienza e l’animazione dei bambini. In prospettiva l’impegno è restare accanto alle comunità colpite anche dopo questa fase di emergenza per contribuire ad una ricostruzione che non sia solo materiale, ma spirituale e sociale, soprattutto tra comunità e territori che erano già caratterizzati da gravi situazioni di povertà e vulnerabilità, sia in Turchia sia in Siria.
Quindi, oltre a prendersi cura dei bisogni materiali, Caritas organizzerà anche iniziative di inclusione sociale dei più vulnerabili e azioni di ricostruzione dei legami comunitari. Da qui l’invito a sostenere questo impegno, anche attraverso la preghiera.
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Oltre a dar vita alla colletta, infatti, ogni comunità parrocchiale potrà recitare, durante la liturgia domenicale, la preghiera dei fedeli proposta da Caritas, scritta direttamente da chi, nei luoghi di sciagura, condivide la sofferenza cercando di dare un aiuto. Si tratta di Giulia Longo e Alessandro Cadorin, operatori Caritas in Turchia, di una famiglia di Aleppo, di George Kahhal, direttore Caritas ad Aleppo.
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