Avvenire di Calabria

La famiglia Cogliandro della parrocchia di Bocale ha avuto il privilegio di rappresentare la diocesi di Reggio Calabria - Bova in occasione degli auguri Acr al Pontefice

Accolti da Francesco, un incontro indimenticabile

Un momento emozionante, il piccolo Nikita ha donato al Papa un suo disegno e lo ha abbracciato

di Redazione web

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Dalla parrocchia di Bocale a San Pietro, ricevuti da papa Francesco. Mamma Giovanna e papà Paride, insieme alla loro piccola “grazia” Nikita non credevano alle proprie orecchie, quando hanno ricevuto il sorprendente messaggio di Maria Teresa Latella, educatrice del loro bambino: «La vostra famiglia rappresenterà la nostra diocesi di Reggio Calabria - Bova all’incontro che annualmente si tiene tra il Santo Padre e i ragazzi dell’Acr, in occasione dello scambio degli auguri di Natale».


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L’incredulità e lo stupore iniziali del «ma proprio noi?», hanno subito lasciato spazio alla gioia. Ma anche al «privilegio e alla grazia - per la famiglia Cogliandro - di poter incontrare papa Francesco». «Per noi aver incontrato il Papa, immagine di Cristo in terra, è stato davvero un onore», raccontano Giovanna, Paride e Nikita al rientro da questa indimenticabile esperienza. «Un disegno di Dio per la nostra famiglia». Anzi, precisano, «per il nostro bambino. Perché è attraverso lui che siamo stati chiamati».

In effetti, quella della famiglia Cogliandro è già una storia speciale. Segnata da un altro incontro - prima di quello avuto con papa Francesco - all’insegna del Signore. È iniziata sei anni fa nella fredda Siberia. Lì hanno incontrato il loro bambino il quale pur provenendo da un’altra realtà e da un’altra religione, come un “dono”, «ci ha fatto comprendere che Dio è unico». È con lo stesso spirito che, accompagnati da Titti Falcone, altra educatrice della loro parrocchia, hanno intrapreso il nuovo viaggio con destinazione la Città eterna per incontrare Francesco. Momento a precedere il quale, l‘incontro con le altre famiglie, la condivisione di momenti di allegria e preghiera. Come la santa messa nella chiesa del centro nazionale di Azione cattolica, officiata dall’assistente centrale Acr, il sacerdote reggino don Francesco Marrapodi.

Infine, il trasferimento verso il Vaticano. «Quante scale abbiamo fatto per arrivare alla Sala Clementina!», è ancora il racconto di Giovanna, Paride e Nikita. «Abbiamo atteso un po’ più del previsto, ma ne è valsa la pena». Finalmente ecco arrivare Papa Francesco, «sorridente, un po’ stanco, colpa di tutti gli impegni a cui vuol tenere fede. Lo abbiamo accolto col classico canto dell’Acr: “uno due tre quattro cinque sei ciao”». Il pontefice si è mostrato contento. Continua il racconto: «Dopo un breve saluto da parte di due bambini nostri rappresentanti, finalmente Francesco prende la parola. Una breve e semplice omelia ma ricca di significato per tutti. Ci ha ricordato come ognuno di noi sia unico e irripetibile. Che Gesù ci vuole così come siamo e non dobbiamo avere paura di presentarci a lui».

Un dono speciale consegnato a papa Francesco

«Nonostante la stanchezza, papa Francesco non si è risparmiato e ci ha salutato tutti, uno per uno, scambiando anche qualche parola con tanti di noi». Il racconto della famiglia Cogliandro della parrocchia di Bocale prosegue con l’esperienza diretta dell’incontro con Bergoglio: «Il nostro bambino ha fatto dono al Santo Padre di un semplice disegno da lui preparato e alla domanda del papa di cosa rappresentasse, ha risposto: “Sei tu, vestito di bianco e con la croce”».

«È bellissimo», ha detto Francesco, nel ricevere poi dallo stesso Nikita, un forte e spontaneo abbraccio, accompagnato da un commovente «ti voglio bene». Una cosa è certa. «È stata un’esperienza che rimarrà per sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti. Soprattutto per i bambini che, come dice nostro figlio, hanno incontrato Papa Francesco “vestito di bianco e con la croce appesa”». Raccontano ancora emozionati i genitori del piccolo.


PER APPROFONDIRE: Da Reggio a Roma, l’Acr programma la ripartenza


Un’esperienza arricchita dalle conoscenze fatte. Tra cui, il presidente nazionale di Ac Giuseppe Notarstefano, la responsabile nazionale Acr Annamaria Bongio, l’assistente centrale don Francesco Marrapodi, e tutti gli altri educatori «che si sono presi cura di noi».

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