Esercizi spirituali a Barritteri: il clero reggino in cammino con san Pietro, san Paolo e Maria
Monsignor Alberti, vescovo di Oppido-Palmi, ha guidato la riflessione e la preghiera attraverso un percorso che ha affrontato più “tappe”.
Stiamo entrati in un anno speciale che Papa Francesco ci esorta a vivere con “uno slancio pastorale rinnovato e creativo per mettere la famiglia al centro dell’attenzione della Chiesa e della società" (Angelus 14 marzo 2021). Il Dicastero per Laici, Famiglia e Vita ci sta accompagnano in questo percorso, promuovendo diverse iniziative che da una parte spingono all’approfondimento dell’esortazione apostolica, Amoris Laetitia; e, dall’altra, stimolano l’accoglienza e la cura delle coppie di fidanzati e sposi. Per conoscere più da vicino intenzioni e proposte del Dicastero, abbiamo intervistato Gabriella Gambino, madre di cinque figli, docente presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, nominata il 7 novembre 2017 da Papa Francesco, Sotto-Segretario del Dicastero per la Famiglia e la Vita.
Come, secondo lei, questo tempo di riflessione e celebrazione sull’amore in famiglia potrà essere un balsamo per le famiglie, in particolare per quelle più fragili e colpite dalla pandemia?
In questo tempo di grandi difficoltà, l’iniziativa del Santo Padre si sta rivelando come un abbraccio della Chiesa alle famiglie nel mondo. Un abbraccio decisivo, capace di trasmettere fiducia e speranza. È un po’ come quando una mamma, di fronte ad una difficoltà del bambino, si china su di lui, lo guarda con tenerezza negli occhi, e lo incoraggia, perché sa che quell’incoraggiamento lo renderà consapevole, lo farà sentire amato e forte. In mezzo alle fatiche e, a volte, ai drammi che le famiglie stanno vivendo, Papa Francesco ci invita a creare le condizioni pastorali affinché le famiglie stesse, insieme ai sacerdoti, possano prendersi cura le une delle altre, testimoniando con la loro esperienza quotidiana, che il tesoro più prezioso – Cristo - è nelle loro relazioni, nella loro casa. Noi famiglie abbiamo bisogno di condividere con altre famiglie, di vedere che le nostre difficoltà sono le stesse, che non siamo sole. Gli sposi, in particolare, hanno bisogno di scoprire la bellezza e il dono del loro sacramento nuziale: Gesù che vive tra loro e con loro, che soffre con loro, che parla ai loro cuori quando ci sono paure e sfide. Le famiglie possono essere tra loro testimonianze viventi di bellezza, anche in questo tempo di pandemia e quest’anno dovrà aiutarci a fare proprio questo: rendere operativa la bellezza delle famiglie, dando loro spazio, perché sono loro che, a partire dalla grazia del Battesimo e del Matrimonio, possono oggi annunciare in maniera vibrante l’amore e la tenerezza di Cristo, soprattutto nei contesti familiari più sofferenti.
Da dicembre siamo stati invitati a riflettere anche sulla figura di San Giuseppe. La Patris Corde appare come mappa che guida alla scoperta e custodia del grande tesoro che è la Famiglia; come percorso ideale per vivere questo anno. Giuseppe è, infatti, l’uomo che ha cercato la volontà di Dio e custodito il sogno di famiglia, il sogno di Dio. In che modo la figura di questo Santo e questa lettera possono guidarci in questo anno?
Data la vastità della domanda, rispondo con due semplici osservazioni, che mi sembrano fondamentali per lasciarci guidare da San Giuseppe nel tipo di annuncio da fare alle famiglie per prenderci cura di loro. Due osservazioni che riguardano in maniera specifica la sua relazione con Maria. La prima è che nella relazione sponsale con Maria, l’atteggiamento di fondo che lo ha contraddistinto è stata la fiducia. Giuseppe ha avuto certamente fiducia in Dio, ma anche nell’umanità: ha creduto all’innocenza di Maria, alla sua purezza, ha avuto fiducia in lei, nonostante tutto e tutti. Credo che questo debba essere il nostro atteggiamento per una nuova evangelizzazione nell’Anno per la Famiglia:dobbiamo credere fino in fondo nell’innocenza originaria dell’umanità, nella capacità di ogni persona di accogliere Cristo, nel dono che ogni famiglia cristiana ha ricevuto col sacramento del matrimonio e nella possibilità che ciascuno ha comunque di camminare verso la pienezza. Come Giuseppe, dobbiamo non solo accogliere, ma imparare a riconoscere che anche nell’altro c’è sempre la capacità di accogliere il messaggio cristiano nella sua pienezza, c’è sempre un cammino possibile da fare.
Ma c’è anche un secondo aspetto che rende Giuseppe una figura attuale nella sua relazione sponsale con Maria: entrambi hanno accolto la promessa dello Spirito Santo fatta all’altro e il sì dell’altro allo Spirito. Giuseppe ha accolto il dono dello Spirito che cresceva nel grembo di Maria, Maria ha accolto la promessa fatta in sogno a Giuseppe e il sì del suo sposo. In questo dono dello Spirito all’altro, si è creata l’unità dei due nella dimensione sponsale e si è ricreato lo schema trinitario: “tu ed io, in Cristo”; “noi con Cristo”. È questo dinamismo trinitario che può illuminare gli sposi nel cammino della vita insieme: nel mio coniuge lo Spirito si rivela ed è segno anche per me dell’amore di Dio per noi. Credo che sia davvero un dono per le famiglie scoprire questo mistero grande, scoprire come può agire Cristo nella loro vita concreta. Ripartire anche dall’annuncio di questo mistero grande è la bellissima sfida di quest’anno per la famiglia.
Amoris Laetitia è da troppi visto come un testo di esclusivo interesse della pastorale familiare. Come aiutare la comunità e le pastorali a incontrarsi attorno a questa esortazione che, forse, potremmo, invece, definire testo sintesi del Magistero di Papa Francesco, poiché mette insieme i temi presenti in tutti gli altri documenti del Pontefice?
Più che altro Amoris Laetitia, proprio perché affronta i temi della realtà umana e familiare in tutte le sue sfaccettature, può essere letta in maniera trasversale con altri testi di Papa Francesco, rivelando di volta in volta una fecondità straordinaria. Per esempio, la si può leggere mettendola in relazione con la Fratelli Tutti, o con Evangelii Gaudium per rivelarne l’estrema ricchezza come strumento di annuncio evangelico a partire dalla famiglia, o con Gaudete et Exsultate, come il Santo Padre ci invita a fare in vista del prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma del 2022, per approfondire il senso della vocazione e della santità della vita familiare. Davvero, messa in relazione ogni volta con un testo diverso, Amoris Laetitia può esprimere una ricchezza inedita, una densità di contenuti ogni volta più profonda e feconda per i fedeli laici ed i pastori, dando chiavi di lettura e di azione sorprendenti.
Il Dicastero ha inviato a tutte le Chiese particolari una brochure con obiettivi, percorsi e iniziative da vivere in questo anno. Può offrirci qualche anticipazione sugli strumenti e i simposi che ci verranno proposti?
Il nostro Dicastero sta lavorando per mettere a disposizione delle diocesi e delle famiglie alcuni semplici strumenti pastorali che potranno aiutarle. A cadenza mensile usciranno dei video sui capitoli di Amoris Laetitia, con la partecipazione del Santo Padre e di alcune famiglie di varie parti del mondo, che testimonieranno quanto il papa ci dirà dell’amore familiare. Questi video saranno accompagnati da sussidi che si potranno scaricare in versione digitale e che potranno essere usati nelle parrocchie o, anche in casa, dalle famiglie per riflettere e pregare insieme. Nel mondo diverse istituzioni accademiche cattoliche, d’accordo con noi, stanno anche organizzando simposi internazionali, in versione webinar - data l’impossibilità di viaggiare - per tradurre la riflessione accademica su vari temi di grande attualità in una riflessione pastorale. È importante tradurre la riflessione dottrinale in contenuti per l’azione pastorale e unire questi due ambiti. Di tutto ciò daremo sempre notizia nel nostro sito www.amorislaetitia.va, dove man mano si potranno trovare anche le risorse pastorali che faremo circolare. Invito tutti a consultarlo periodicamente per individuare le risorse nuove. L’Anno Famiglia Amoris Laetitia resta comunque un invito rivolto direttamente alle comunità ecclesiali, perché siano loro a prendere iniziative concrete per attuare l’esortazione apostolica e a farle conoscere. È importante che le comunità parrocchiali si sentano chiamate a contribuire direttamente all’Anno Famiglia, coinvolgendo le famiglie, che sono le vere protagoniste di questo cammino ecclesiale.
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