Avvenire di Calabria

«Siamo precipitati in un incubo», ha detto la presidente Isa Mantelli

Ancora atti vandalici contro il Centro Calabrese di Solidarietà

Redazione Web

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Il Centro Calabrese di Solidarietà nei giorni scorsi è stato nuovamente sotto attacco con episodi vandalici compiuti anche da minorenni in via Fontana Vecchia a Catanzaro. Un gesto ignobile preceduto da altri tristi episodi come il tentativo di furto che scuotono la nobile attività dell’ente no profit che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, attraverso l’accoglienza e progetti di reinserimento sociale di soggetti svantaggiati.
Molto provata la presidente Dott.ssa Isa Manelli assieme ai suoi collaboratori.   «Siamo precipitati in un incubo. Mi ha colpito - afferma la Mantelli - la violenza, la vigliaccheria, il farci male visivamente, perché anche l’immagine fa male agli occhi. Sono atti intimidatori, non è una bravata  Ci possono snervare, ma non ci possono vincere».
 
Nonostante tutto, continuano i progetti per i più deboli portati avanti dal Centro calabrese di solidarietà. «Siamo tutti in difficoltà – afferma la presidente - perché si deve organizzare il lavoro in modo da scongiurare l’infezione virale. Perché ci fanno perdere tempo con questa cattiveria e ci impediscono di fare il nostro lavoro? Ora siamo in centro città, dove facciamo prevenzione. Probabilmente diamo fastidio a usurai, spacciatori, uomini maltrattanti»Tra le specificità il Centro Calabrese di solidarietà cura l’adolescenza, la tossicodipendenza, la violenza sulle donne, il recupero degli uomini maltrattanti…. Per la Mantelli «non è un danno al Centro, ma alla città intera, perché il Centro non appartiene alle forze dell’ordine e vorremmo che questa città si schierasse con noi se è vero che è struttura importante».
 
Non sono mancati i messaggi di solidarietà del mondo istituzionale e politico, che hanno manifestato speranza e fiducia verso una realtà cara all’intera comunità calabrese. Il sidaco Sergio Abramo e l’Assessore alle Politiche sociali Lea Concolino, hanno fatto appello a uno sforzo congiunto, nella consapevolezza che il protrarsi di atti vandalici ha assunto contorni preoccupanti tanto da sembrare un attacco diretto a tutti coloro che operano all’interno del Centro calabrese, realtà ultradecennale che è sempre stata un esempio mirabile di impegno e solidarietà nel campo del sociale».
La cattivera non fermerà l’opera del Centro Calabrese di Solidarietà. Prova ne è stato un post sui social di uno dei dipendenti che ha raccontato in presa diretta quanto accadeva nel Centro: «Nel bel mezzo della bufera di vetri infranti, poliziotti, giornalisti, telefonate, messaggi, denunce, Andrea ha continuato a scrivere progetti e immaginare futuri, Cristina è riuscita a trovare lo spazio mentale di ascoltare al telefono famiglie in cerca di accoglienza, ascolto, orientamento. Centinaia di messaggi e chiamate ci hanno fatto sentire protetti, circondati».
 
Nei giorni scorsi la grande famiglia del Centro calabrese di solidarietà di Catanzaro si è ritrovata nella sede di Villa Emilia – struttura che opera con lo scopo di assicurare trattamenti residenziali mirati al recupero personale e al reinserimento – nel giorno in cui il mondo celebra la giornata contro il consumo ed il traffico illecito di droga. Anche per festeggiare con qualche mese di ritardo il 34esimo compleanno del CCS, Ente no profit che dal 21 marzo 1986 opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, attraverso l’accoglienza, il prendersi cura e l’attivazione di azioni di reinserimento di sociale di soggetti svantaggiati quali, donne vittime di violenza, tossicodipendenti, alcooldipendenti, immigrati, giovani disagiati e famiglie.
 
Ospiti, operatori, educatori, personale del Settore Prevenzione, amministrativi – ma purtroppo quest’anno senza famiglie e istituzioni a causa proprio delle misure anti covid – hanno vissuto insieme tra iniziative, riflessioni e confronti la ricorrenza della Giornata mondiale contro il consumo ed il traffico illecito di droga che risale al 1987, ed è stata voluta dall’assemblea generale delle Nazioni Unite per ricordare l’obiettivo comune a tutti gli Stati membri di creare una comunità internazionale libera dalla droga. Quest’anno, le Reti e le Comunità del privato sociale hanno lanciano unitariamente lo slogan “Mai più invisibili”, e hanno invitato tutte le Comunità ad affiggere striscioni colorati con la scritta “Mai più invisibili” e a coinvolgere i ragazzi nella realizzazione. Anche il CCS ha raccolto la sollecitazione del presidente della Federazione Italiana della Comunità terapeutiche, Luciano Squillaci, che ha rimarcato come la scritta “Mai più invisibili” sia “un atto simbolico per far sentire la voce di tutte le comunità del privato sociale troppo spesso inascoltata dalle Istituzioni”
 
Una grande famiglia che si è ritrovata per celebrare la messa di ringraziamento con don Antonio Scicchitano, vice presidente del CSS, alla presenza di una nutrita rappresentanza di tutte le realtà del Centro, che vanno dai 16 ospiti di Villa Emilia, ai 14 di Villa Samuele e Mondo rosa (con 4 donne e 7 bambini). Insieme agli operatori, ragazzi e ragazze hanno organizzato momenti di animazione e riflessione: quest’anno hanno puntato sul “Piccolo Principe” per riformulare attraverso la voce di quattro personali la testimonianza delle proprie storie. E’ toccato, poi, ad uno degli operatori mettere in musica la filosofia del centro. Momenti che hanno saputo con grande intensità e consapevolezza toccare le corde profonde dell’animo dei presenti, arrivando oltre gli steccati delle barriere fisiche e immateriali, fatte da pregiudizi e sovrastrutture che ancora condizionano la spontaneità dei rapporti umani.

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