Avvenire di Calabria

L'iniziativa nata dai gruppi giovanili parrocchiali ha ottenuto ampio consenso in poco tempo

Da San Giovanni di Pellaro all’Europa, i giovani rilanciano il quartiere all’insegna della solidarietà

di Francesco Chindemi

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Coinvolgente ed entusiasmante è stato l’incontro dei giovani di GperAzione, tenutosi venerdì 14 maggio presso la piazza di San Giovanni Battista in Pellaro, quartiere periferico della città Metropolitana di Reggio Calabria. GperAzione nasce come progetto di solidarietà voluto da ragazzi e ragazze del gruppo giovani della parrocchia di San Giovanni Battista in Pellaro. Il progetto ha l’obiettivo di promuovere l’accesso dei giovani ai diritti sociali, poco conosciuti e valorizzati. Un quartiere, San Giovanni di Pellaro, situato in una zona collinare, leggermente distaccata dal centro città e per questo difficilmente percorribile con biciclette o altri mezzi, per via di strade dissestate e poco curate.


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La natura e le caratteristiche di questa zona hanno conseguenze anche sui rapporti umani e sulla socializzazione; le opportunità nel quartiere sono ridotte o quasi nulle, spingendo i più giovani ad allontanarsi o cercare altre forme di svago e divertimento. Stanno aumentando lo spopolamento e i casi di isolamento sociale, la povertà educativa e alimentare arrivando fino alla violenza domestica. Il quartiere offre solo piccoli spazi parrocchiali co[1]me punto di incontro, come centro per organizzare attività educative e ricreative. «La parrocchia rappresenta quindi una casa e un laboratorio per crescere e sperimentare insieme, per imparare a condividere, per garantire momenti di svago gratuiti ed accessibili a tutti» ci fanno sapere le promotrici dell’iniziativa.

Ad Ottobre 2018 Apice - Agenzia di pro[1]mozione integrata per i cittadini in Europa, insieme ai giovani delle parrocchie di Pellaro, Bocale, San Gregorio, Villa San Giovanni e Sacro Cuore, propone di aderire al progetto “Nonformal educenter” sull’accesso ai diritti sociali per i giovani di aree svantaggiate, al quale «noi, molto entusiaste, prendiamo parte. Nell’estate 2019, dopo un periodo di preparazione e formazione, il nostro progetto – ancora la testimonianza – prende vita con il nome di #Lascioilsegno». Iniziativa, ci spiegano ancora le ragazze, che «si impegna a proporre ai nostri coetanei dei laboratori per facilitare l’accesso ai diritti sociali dello Sport, svago e cultura, così come indicato dalla raccomandazione “Enter!” del Consiglio d’Europa. «In qualità di promotori – spiegano i giovani che hanno avviato l’iniziativa – abbiamo quindi attivato il progetto, organizzando ed offrendo gratuitamente i laboratori di sport, fotografia e musica».

Accanto alle attività laboratoriali, l’equipe ha messo in moto un’azione parallela: la riqualificazione di un bene parrocchiale, adiacente al salone. Quest’ultimo era abbandonato ed inutilizzabile, ma la sua riqualificazione ha permesso lo svolgimento dei laboratori e lo ha reso uno spazio aperto e fruibile da tutta la comunità e dai giovani.


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A Luglio 2019 una giovane promotrice del gruppo, Federica Nocera, accompagnata da Alessandra Coppola, presidente di Apice, ha partecipato, grazie a “Non formal educenter”, alla “Enter!Youth week”, evento internazionale tenutosi a Strasburgo con migliaia di giovani provenienti da 47 stati del mondo, incentrato sull’accesso ai diritti sociali dei giovani di aree svantaggiate. Ha avuto la possibilità di presentare in Europa l’esperienza di #Lascioilsegno, ricevendo forti apprezzamenti, che hanno incentivato le giovani di San Giovanni a spingersi oltre e realizzare qualcosa di ancor più concreto, presentando il progetto al Corpo europeo di solidarietà a maggio del 2020, lavorando insieme online alla preparazione e presentazione del progetto proprio durante i primi mesi di pandemia, du[1]rante in lockdown. A luglio è giunto l’esito della valutazione da parte dell’Agenzia nazionale giovani che ha approvato il progetto GperAzione.

S i può affermare che il progetto sia sbocciato in primavera, non fosse altro perché l’allentamento delle restrizioni contro la pandemia ha consentito il passaggio dalla “piazza” virtuale, fin qui utilizzata per il confronto, a quella reale. L’equipe, nei fatti, è scesa in piazza dando appuntamento al quartiere in presenza, lo scorso 14 maggio.

Nel rispetto del distanziamento imposto dalle misure previste dalla zona gialla, GperAzione ha proposto e promosso “AperiGiovani”, un aperitivo “take-away” con l’obiettivo di presentare le attività e promuovere, all’interno quartiere, la partecipazione al progetto. I giovani hanno alternato momenti di condivisione, di ascolto e divertimento e preso parte alla presentazione degli obiettivi di GperAzione che spaziano dal coinvolgimento dei giovani alla vita del quartiere, a garantire l’accesso per tutti ai diritti a sport, svago e cultura; a favorire lo sport all’aperto, dotando il quartiere di spazi sicuri accessibili, definendo la settimana dello sport e allestendo e riqualificando un nuovo spazio sportivo abbandonato, attraverso i fondi europei, per renderlo gratuitamente fruibile a tutti; attivare un programma di ecosostenibilità che promuova la cura dell’ambiente e che dia nuova vita ai materiali di scarto; organizzare e offrire escursioni ed attività sportive e naturalistiche di prossimità. È emersa una forte voglia di partecipazione tra gli stessi ragazzi, attraverso la condivisione di nuove idee e proposte nate sulla scia dei propri bisogni.

Così, ai progetti già previsti, legati alla riqualificazione del bene recuperato, si è proposto di realizzare una zona pic-nic, creare un’area relax e ludica per i più piccoli; incentivare la partecipazione ad eventi di aggregazione come trekking o escursioni nei luoghi vicini al quartiere. Dopo “AperiGiovani”, l’atto successivo è stato proprio il trekking di prossimità. La prima escursione tra le campagne e le colline del quartiere, con il supporto della guida escursionistica Gae Lillo Aloi, è stata venerdì scorso. L’occasione per riscoprire e riappropriarsi dei propri spazi e per evitare di pronunciare la classica frase, forse la più diffusa tra i giovani reggini, ovvero: «qui non c’è niente».

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