
Formazione per i giornalisti, domenica prossima un’iniziativa a Lamezia
L’evento, promosso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi lametina, vedrà anche la partecipazione di Vincenzo Corrado, direttore Ucs Cei.
Un uomo di 52 anni è stato tratto in arresto a Gizzeria, nel lametino: le accuse sono di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata. Secondo l’accusa il 50enne avrebbe usato violenza nei confronti della convivente di nazionalità romena (classe ’88) e alla presenza dei figli minori di anni 9 e 3. L’uomo all’inizio è stato fermato in auto e le condizioni fatiscenti dei veicolo ha insospettito i militari che sono andati a casa. Lì hanno scoperto che lui e la famiglia viveva in una piccola baracca fatiscente, priva di illuminazione e di servizi, nelle campagne di Gizzeria. Ambiente angusto, insalubre, infestato da topi e insetti, con servizi igienici ricavati nei secchi della spazzatura e letti in cartone.
Il Garante Marziale: Indagare sulle negligenze che hanno consentito questo dramma.
“La brutta storia portata alla luce dai carabinieri a Gizzeria Lido deve farci riflettere molto sull’importanza della società, intesa come vicini di casa, conoscenti e persone di riferimento, che pur sapendo tacciono lasciando bambini piccolissimi alla mercé del degrado e delle violenze”. E’quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in riferimento all’arresto di un 52enne imputato di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata nei confronti della giovane moglie, al cospetto di due bambini di 9 e 3 anni costretti a vivere in una baracca priva di servizi igienici, illuminazione, infestata da topi e insetti e a dormire su letti di cartone.
“Sapevano i servizi sociali del comune di questa situazione?Sapevano i vicini e i conoscenti di questa situazione? Sapeva la scuola di questa situazione? Se si, cosa hanno fatto? Come mai l’arresto e' scaturito da un controllo a carico dell'indagato il cui atteggiamento, valutato anche in ragione delle condizioni fatiscenti del veicolo a bordo del quale viaggiava con il figlio di 9 anni, ha insospettito gli inquirenti? E se i militi non si fossero insospettiti?”
Interrogativi che hanno spinto il Garante a dirsi “indignato al limite della furia, perché non si può fare leva soltanto sull’intuizione degli inquirenti, e la società non può andare a dormire tranquilla la notte quando sa e non interviene. Indifferenza, sottovalutazione, superficialità e omertà sono alla base delle violenze sui piccolini e se lo Stato fosse veramente conseguente dovrebbe valutare la posizione di quanti avrebbero dovuto fare qualcosa e non hanno fatto nulla”.
Il Garante annuncia, infine. “di avere aperto una procedura, destinata agli inquirenti, e soprattutto alla magistratura, per valutare la posizione di eventuali negligenze e negligenti. Chi sa e tace è complice. Se chi tace ha doveri istituzionali, oltre che civici, è complice e ha il dovere di risponderne alla giustizia e, magari, di cambiare mestiere”.
L’evento, promosso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi lametina, vedrà anche la partecipazione di Vincenzo Corrado, direttore Ucs Cei.
La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne quest’anno ha il volto di Masha Amini.
Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un occasione per riflettere, ma anche per ribadire con forza che non serve solo riflettere, ma bisogna impegnarsi quotidianamente.