Avvenire di Calabria

Cinque consiglieri, tra cui il vicepresidente dell'associazione, hanno deciso di fare un passo indietro

Doppia morale sui diritti, dimissioni nell’Arcigay reggino

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Questa lettera incarna un percorso di riflessione che dura da mesi e attraverso il quale ognuno di noi ha avuto modo di “guardarsi allo specchio” e di fare le proprie valutazioni, sia riguardo all’impegno personale di ognuno, sia riguardo la strategia e l’azione politica del Comitato ARCIGAY I Due Mari.
Un percorso che abbiamo l’urgenza di comunicare dopo le recenti note e commenti usciti a margine del Reggio Calabria Pride 2019.
Lo scorso 27 luglio si è svolta, infatti, la tappa reggina dell’Onda Pride, tesa a portare nelle piazze italiane la realtà delle comunità LGBTI+, a mostrare la propria esistenza e a proseguire un percorso di rivendicazione di diritti e di cittadinanza attiva che, in un’Italia dal clima sempre più rissoso, polarizzato ed estremo, intende contrastare l’odio, la discriminazione e la violenza gratuita, tanto nella vita reale, quanto in quella digitale.
Chi ancora ribadisce che i Pride sono una carnevalata vive evidentemente fuori dalla realtà, non legge i giornali, non ricorda i sempre più numerosi episodi di violenza contro la comunità LGBTI+ che rappresentano un campanello di allarme di fronte a cui non solo non si può stare zitti, ma è necessario dire “siamo qui, sfidateci tutti”.
Si è trattato di un grande momento di condivisione e riflessione, partecipato dai giovani, dalla società civile e da tanti esponenti politici. Alcuni di loro, tenutisi ben lontani da tutte le attività e le iniziative del Comitato per comparire a rastrellare consensi alla vigilia della campagna elettorale amministrativa e regionale.
Come infatti dimenticare le assordanti assenze di questi anni e i tentativi di barcamenarsi tra il sacro e il profano mentre si lavorava per promuovere e fare approvare il registro delle unioni civili a Reggio Calabria?
Tutta la stampa locale ha dato ampio risalto alle dichiarazioni di chi parlava di Reggio come città dei diritti, ma le tante voci che si sono levate, peraltro condivisibili, hanno chiesto come sia possibile parlare di diritti in una città dove non vengono garantiti i servizi minimi e si attendono posizioni chiare sulle politiche sociali, come sottolineato dalla nota di Don Davide Imeneo, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, de L’Avvenire di Calabria e consigliere nazionale della Federazione italiana dei Settimanali cattolici.
Tra i risultati di questo Pride è stato annoverata la firma del protocollo di intesa tra ARCIGAY I Due Mari, AGEDO Reggio Calabria e la Citta Metropolitana per rafforzare l’uguaglianza e «consentire ad ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere prevenendo e superando le situazioni, anche potenziali, di discriminazione», mentre la legge regionale contro l’omofobia per cui tanto si lavorato negli sorsi anni appare arenata al tramonto di questa legislatura regionale. Abbaglio? Errore di strategia? Inconsistenza dell’azione politica del comitato?
ARCIGAY è nata come associazione di lotta e rivendicazione, come soggetto in grado di fare da pungolo a un mondo politico per cui la comunità LGBTI+ era e doveva restare invisibile, priva dei fondamentali diritti di cittadinanza. L’associazione ha avuto e ha dunque il compito di sorvegliare e di agire contro le sacche di emarginazione, marginalità, ineguaglianza, discriminazione, affinché ogni singola persona possa essere libera di vivere e amare secondo ciò che è.
ARCIGAY non è nata per andare a braccetto con la politica, ma per essere sua interlocutrice, per ricordarle che è la politica e sono i politici ad essere al servizio dei cittadini, delle comunità e della società civile, e non il contrario.
L’azione politica di un’associazione come ARCIGAY deve sempre essere figlia di una visione, di una tensione alla promozione di un modello di innovazione sociale intersezionale verso cui indirizzare il proprio operato.
Un’azione politica forte, risoluta, fatta anche di confronti aspri e di dialogo costruttivo che non può dispiegarsi come necessario, li dove invece ci sono aderenze più o meno dirette con quella politica che intende pungolare.
A tale proposito ci chiediamo e chiediamo quale sia l’opportunità di presiedere il Comitato ARCIGAY i Due Mari e al tempo stesso la Commissione Pari Opportunità del Comune di Reggio Calabria, diventando così organici a una compagine governativa che deve essere interlocutrice e per la quale, da statuto, ARCIGAY è “forza di pressione”.
Ci chiediamo e chiediamo che fine abbia fatto la proposta di legge regionale contro l’omofobia, licenziata dalla Commissione competente e ancora da approvare in Aula, ma comunicata sui social come legge già votata e passata.
Ci chiediamo e chiediamo come mai gran parte della dirigenza del Comitato Arcigay I Due Mari, non solo sia stata spesso tenuta all’oscuro di decisioni prese in caminetti ristretti, ma non abbia potuto leggere il documento politico presentato per questo Pride, che costituisce una fondamentale piattaforma di contenuti e di indirizzo politico.
Ci chiediamo e chiediamo se questo deficit di comunicazione, istanza più volte presentata in seno al direttivo e costantemente ignorata, possa essere colmato, se ce ne sia la volontà o se invece venga brandito per ovattare, edulcorare, escludere, dato che i soci e diversi consiglieri del direttivo del comitato non hanno mai ricevuto i verbali delle riunioni.
Si tratta di gravi criticità nell’ordinaria amministrazione di un’associazione che dovrebbe fare della trasparenza e della comunicazione esterna il proprio faro.
Ci chiediamo e chiediamo se la Presidenza del Comitato sia effettivamente in grado di assicurare il regolare e corretto funzionamento degli organi di direzione, il coordinamento necessario e, punto cruciale, se sia in grado di rappresentare l’unitarietà del comitato per cui si era tanto battuta alla vigilia di un congresso provinciale teso e per il quale aveva proposto una “sintesi politica” che non ha invece mai realizzato.
Ci chiediamo e chiediamo come mai sia stato dato ampio spazio al Partito Socialista, il cui logo è comparso sulla locandina di un’iniziativa realizzata a sostegno e preparazione del Reggio Calabria Pride 2019, memori delle feroci e giuste polemiche suscitate dalla partecipazione attiva del Movimento 5 Stelle al Milano Pride 2019.
Ci chiediamo e chiediamo come sia stato possibile lasciare che la Presidente di AGEDO Reggio Calabria annunciasse dal palco del Pride il cambio della Presidenza onoraria del Comitato ARCIGAY I Due Mari senza che il direttivo fosse stato informato per tempo di tale intenzione. Quasi una sorta di “predellino” che riteniamo irricevibile.
Vogliamo bene al comitato, siamo convinti che ARCIGAY Reggio Calabria abbia negli anni svolto un enorme lavoro, affermandosi quale interlocutore autorevole e competente, vincendo lo stigma e importanti battaglie di civiltà, senza le quali il Pride 2019 non sarebbe esistito.
Purtroppo però non ci riconosciamo nella linea politica che ha imboccato e non ne condividiamo metodi e strategie. Decidiamo pertanto di fare un passo indietro e di dimetterci, augurando buon lavoro a chi resta. Perché di tanto lavoro c’è grande bisogno.
Gianluca Orefice Vice.Presidente Arcigay i Due Mari
Giorgia Garreffa, Consigliere Arcigay i Due Mari
Silvio Nocera, Consigliere Arcigay i Due Mari
Valeria Cucè, Consigliere Arcigay i Due Mari

Articoli Correlati