Avvenire di Calabria

Giornalismo e dintorni. Come il settore sta cambiando: artefice la sola pandemia o vi sono altri processi in atto?

Informazione e media. Dove ci porta il metaverso?

Intervista a Luigi Rancilio. Il social manager di Avvenire analizza le nuove frontiere comunicative

di Davide Imeneo

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Metaverso, Fake news, Podcast...Come sta cambiando il giornalismo durante la pandemia? Lo abbiamo chiesto a Luigi Rancilio, giornalista di lungo corso e responsabile dei Social del quotidiano Avvenire. «All’inizio della pandemia - afferma - il mondo del giornalismo ha fatto fatica, come tutti, a gestire al meglio un evento così globale e drammatico. Così i media hanno riversato sui lettori montagne di dati e di opinioni di esperti (reali e meno) inseguendo il modello televisivo e tutto questo, alla lunga, ha generato in alcuni ansia e un po’ di confusione». Luci, così come ombre non mancano.


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Se da un lato «oggi, abbiamo redazioni molto più preparate e attente. Purtroppo - spiega Rancilio - ci sono anche casi di testate che, non solo online, usano toni, storie, dati e opinioni in maniera distorta e artefatta con l’unico scopo di guadagnare. Ma soprattutto è cambiato l’atteggiamento dei lettori: all’inizio passavo ore a leggere articoli e a guardare talk show in Tv sulla pandemia. Alla lunga hanno fatto indigestione di notizie sul Covid». E così «hanno iniziato a seguire non chi raccontava la verità, ma chi racconta “la verità” che volevano sentirsi dire. Ecco perché da almeno un anno - ancora il giornalista - tante persone passano molto tempo a litigare sui social, condividendo articoli anche di dubbia provenienza solo per sostenere la propria tesi».

È sempre tempo di Fake news. Riusciremo a debellare questo male?

Temo di no. Per un motivo molto semplice: il problema non sta solo in chi le produce a scopi politici ma soprattutto economici quanto nelle persone comuni che le diffondono, ritenendole vere, E questo accade perché ognuno di noi ha quelli che gli esperti chiamano “bias cognitivi”, cioè dei modi nel quale la mente di ognuno (nessuno escluso) distorce la percezione della realtà. Le fake news in particolare fanno leva sul cosiddetto “bias di conferma”. Cioè sul fatto che (senza accorgercene) riteniamo vere soprattutto (e a volte soltanto) le notizie che confermano i nostri pregiudizi.

Cresce l’uso dei Podcast, per la carta stampata è utile investirci?

I podcast sono racconti audio. Se fatti bene e con taglio giornalistico (cosa tutt’altro che facile da realizzare), accrescono il valore anche di una testata di carta stampata. Purtroppo sono pochissimi quelli che riescono a generare guadagni interessanti. Innanzitutto per un motivo: ogni giorno cresce l’offerta che ognuno di noi ha di prodotti digitali, ma il nostro tempo è fermo a 24 ore al giorno. E poi in Italia siamo molto poco propensi a spendere per l’informazione.

Il metaverso sta prendendo forma. Nei prossimi tre anni assisteremo a una rivoluzione simile a quella innescata dagli smartphone o da internet?

Il metaverso non è solo quello annunciato da Zuckerberg, ma una sorta di “nuovo Internet”. Un mondo digitale nella quale alcuni colossi digitale come Meta ma anche Google e Microsoft vorrebbero che spostassimo una parte della nostra vita online. Non so se la rivoluzione avverrà nei prossimi tre anni e se sarà nel metaverso o nella realtà aumentata, cioè con l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni. So che Internet e i social sono arrivati a un punto critico. Devono cambiare. Altrimenti collasseranno.

Come sarà il giornalismo ai tempi del metaverso? Come attrezzarsi per affrontare questa innovazione?

Onestamente non so come sarà il giornalismo nel metaverso ma credo che alle persone interesserà molto poco avere nel metaverso il giornalismo come lo concepiamo oggi. Nel 2021 è raddoppiata la nascita di riviste cartacee negli Usa.

Come interpreta questo trend? Una rinascita o il colpo di coda prima della fine?

Ormai lo sappiamo, la carta stampata andrà avanti ancora alcuni anni ma sarà sempre più di nicchia. Da questo punto di vista è interessante scoprire che in un mondo estremamente affollato e dove c’è di tutto come quello del cibo, la rivista principe viene considerata Cook inc. Cioè, una rivista di carta patinata, che viene pubblicata con una cadenza per noi assurda (esce una volta ogni quattro mesi) e a un prezzo che potrebbe sembrare folle (35 euro a copia). Ma è così curata, ben scritta, ben fotografata e pensata da avere conquistato decine di migliaia di persone del mondo, diventando un successo anche economico.


PER APPROFONDIRE: New media, Garassini: «I social, una risorsa. Ma serve attenzione»


Perché il punto non è tanto se fare informazione con una rivista di carta o online, ma rendersi conto che ognuno di noi da lettore ha sempre meno tempo ed è diventato sempre più esigente. Vanno quindi realizzati prodotti sempre più pensati, curati sempre meglio e indirizzati ad un pubblico sempre più preciso.

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