Avvenire di Calabria

Quale fu la posizione della Chiesa in occasione del Referendum del 2 giugno 1946?

Oggi è la Festa della Repubblica, quale fu il ruolo della Chiesa?

Vi proponiamo una riflessione in occasione della Festa della Repubblica di oggi

di Redazione Web

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Quale fu la posizione della Chiesa in occasione del Referendum del 2 giugno 1946? Vi proponiamo una riflessione in occasione della Festa della Repubblica di oggi.

Festa della Repubblica, la Chiesa che ruolo ebbe per il Referendum?

Il 2 giugno 1946, gli italiani non fecero la scelta più sicura ma puntarono sul futuro. Decisivo il “primo” voto delle donne, così con 12 milioni di preferenze (contro 10 milioni) ci fu la grande svolta repubblicana. Buona parte del mondo ecclesiastico sostenne la monarchia ma, paradossalmente, lo fece anche Benedetto Croce con il singolare motivo che serviva a contrastare il Vaticano.


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La Santa Sede invece si mantenne neutrale: Pio XII, che pure aveva simpatia per Umberto, il “re di maggio”, non era ostile alla repubblica. Un ruolo importante giocò il timore di un’affermazione comunista e le sinistre peggiorarono le cose legando il voto per la repubblica a stravolgimenti radicali che i più temevano.

Molte spinte convergenti, insomma, erano a favore della continuità istituzionale contro quello che i monarchici definivano il “salto nel buio”. Invece seppure non di molto: 12 milioni di voti contro 10 furono sconfitti. In un sondaggio interno alla Democrazia cristiana, la netta maggioranza degli iscritti si pronunciò per la repubblica e anche moderati come Mario Scelba o Silvio Gava respinsero le pressioni che volevano una Dc schierata con il Re. De Gasperi, a sua volta, si impegnò per affidare la scelta ad un referendum invece che all’Assemblea costituente, come previsto inizialmente. In questo modo sottrasse argomenti a quanti ne temevano una saldatura dirompente con decisioni cruciali sul nuovo assetto istituzionale. I cattolici che in quegli anni scelsero per la democrazia creando un loro partito ebbero dunque un ruolo importante nel referendum del 2 giugno 1946.

Un contributo decisivo venne dalle donne, che votavano allora per la prima volta e che parteciparono numerosissime, come Tina Anselmi e Nilde Iotti. Con la repubblica ci sono stati settant’anni di democrazia, durante i quali l’Italia si è enormemente trasformata, le condizioni di vita degli italiani sono molto migliorate, il ruolo italiano nel mondo è diventato più importante ed incisivo.


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Indubbiamente, nel tempo della globalizzazione, l’Italia deve fronteggiare nuovi problemi. Stravolgendo il senso delle parole, c’è chi parla oggi di una nuova invasione. Ma non sta accadendo nulla di paragonabile alla dura occupazione militare tedesca e alleata - subita dagli italiani tra il 1943 e il 1946 e alle terribili violenze che l’accompagnarono.

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