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Oggi 20 febbraio si celebra la Giornata mondiale della Giustizia sociale, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007.
La Giornata mondiale della Giustizia sociale ha l'obiettivo di mettere in luce quanto lo sviluppo e la giustizia sociale siano indispensabili per il mantenimento della pace e della sicurezza, sia tra i singoli Stati che a livello nazionale.
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Senza pace e sicurezza e in assenza del rispetto di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, lo sviluppo e la giustizia sociale non possono essere raggiunti. È questo l'altro importante messaggio che la Giornata propone di rammentare.
Il tema di quest'anno della Giornata mondiale della Giustizia sociale è «Raggiungere la giustizia sociale attraverso l’occupazione formale. Senza giustizia sociale non vi è comunità, non vi è convivenza civile, non vi è sviluppo; non vi sono né inclusione, né parità di genere».
Complice la pandemia, grazie anche alla Giornata mondiale della Giustizia sociale, si è potuto osservare la vulnerabilità di chi si guadagna da vivere con l’economia informale. Più di 2 miliardi di persone, uomini, donne e giovani, hanno un’occupazione informale, il più delle volte, priva di protezione sociale e dei benefici dell’occupazione formale.
Il più delle volte, si sceglie l’economia informale per l’impossibilità di accedere a quella formale e quindi come unica via per il lavoro. Purtroppo, vivere di occupazione informale, porta spesso a condizioni estreme, anche di povertà assoluta.
La Giornata mondiale della Giustizia sociale ecco che diventa occasione per promuovere una coscienza volta a agevolare il passaggio da un'occupazione informale a quella informale. Il passaggio ad una occupazione formale, si ritiene essere essenziale per ridurre le disuguaglianze e la povertà. L’occupazione formale, aiuta l’espansione e aumenta la produttività delle aziende.
«Il grande tema è il lavoro. Ciò che è veramente popolare – perché promuove il bene del popolo – è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze. Questo è il miglior aiuto per un povero, la via migliore verso un’esistenza dignitosa». Lo ha scritto papa Francesco nella "Fratelli tutti". Prosegue Bergoglio: «Insisto sul fatto che "aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro"».
PER APPROFONDIRE: Istituto Lanza. La prolusione del vescovo Morrone sulla giustizia sociale
«Per quanto cambino i sistemi di produzione, la politica non può rinunciare all’obiettivo di ottenere che l’organizzazione di una società assicuri ad ogni persona un modo di contribuire con le proprie capacità e il proprio impegno». Infatti, afferma ancora il Pontefice nella Fratelli Tutti, «"non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro". In una società realmente progredita, il lavoro è una dimensione irrinunciabile della vita sociale, perché non solo è un modo di guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sé stessi, per condividere doni, per sentirsi corresponsabili nel miglioramento del mondo e, in definitiva, per vivere come popolo».
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