
Chiesa della Graziella, in preghiera per Maria
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Restauro delle parrocchie, Anac: «Va utilizzato il Codice degli Appalti». Secondo l'Anticorruzione, le parrocchie vanno equiparata a un ente pubblico e, pertanto, va applicata la normativa vigente per le forniture.
Importante pronuncia di Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, nel merito degli interventi di restauro delle parrocchie. Se i lavori, infatti, vengono realizzati utilizzando finanziamenti pubblici, le parrocchie devono necessariamente applicare il Codice degli appalti proprio come avviene per un qualsiasi ente pubblico.
Il Codice appalti (Codice dei contratti pubblici) è un testo normativo che disciplina i contratti della pubblica amministrazione per eseguire opere pubbliche, svolgere servizi e reperire le forniture utili a perseguire i fini istituzionali degli enti pubblici
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In particolare, lo scorso 10 gennaio, il presidente di Anac, Giuseppe Busia, ha espresso un parere formale su un caso che - adesso - fa giurisprudenza.
Stiamo parlando di un importante intervento di restauro di un complesso ecclesiale - per un importo complessivo di oltre un milione di euro - finanziato per il 50% da un Ente regionale. Il complesso ecclesiale rientra nei luoghi di interesse culturale, storico e artistico (Codice dei Beni Culturali).
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Davanti ai rilievi della Regione, l'Anticorruzione ha disposto che la parrocchia deve applicare il Codice dei contratti pubblici. Il motivo è dato dall'entità degli interventi (oltre un milione di euro) e il sovvenzionamento diretto della Regione in misura superiore al 50%.
La parrocchia, quindi, dovrà attenersi all'applicazione del codice dei contratti pubblici per l'esecuzione di tutti i lavori, come pure per i vari affidamenti dei servizi di architettura e di ingegneria.
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