Avvenire di Calabria

Prosegue il nostro approfondimento sui luoghi "scomparsi" di Reggio Calabria: oggi parliamo dell'ospedale dei Cappuccinelli in pieno centro storico

Da ospedale a liceo: la storia della sede del “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria

Grazie allo studio dell'architetto Renato Laganà proviamo a conoscere più approfonditamente la storia ecclesiale e sociale del nostro territorio

di Renato Laganà

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Prosegue il nostro approfondimento sui luoghi "scomparsi" di Reggio Calabria: oggi parliamo dell'ospedale dei Cappuccinelli in pieno centro storico esattamente dove oggi sorge la sede del liceo scientifico "Leonardo da Vinci". Grazie allo studio dell'architetto Renato Laganà proviamo a conoscere più approfonditamente la storia ecclesiale e sociale del nostro territorio.

Il liceo "da Vinci" di Reggio Calabria era un ospedale, scopri quando

ricorda con la denominazione della Via Cappuccinelli una presenza storica che aveva caratterizzato per alcuni secoli, sino al terremoto del 1908, una parte di città. Dopo la fondazione del Convento dell’Eremo, dedicato alla Madonna della Consolazione, nel 1533, alcuni decenni più tardi, i Cappuccini aprirono un nuovo convento dedicato alla Concezione, denominato anche Convento dei Cappuccinelli.


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Costruito al margine della vallata dell’antico torrente Santa Lucia era situato in un terrazzamento naturale nell’area dove oggi sorge il liceo scientifico «Da Vinci». Alle spese per la costruzione contribuirono il Municipio, la famiglia Genoese, Maria Laboccetta ed il canonico Battaglia.

Un’ala del Convento venne adibita a infermeria, come ricorda Giovanni Fiore da Cropani, «dove concorrono i frati infermi dell’uno e dell’altro convento, distante circa due miglia da questo» affermando anche che «sì per l’amenità del sito, in cui fu piantato, sì per la proprietà del modello, riuscì uno dei più vaghi e religiosi monasteri della provincia».

Demolita una chiesetta preesistente per la costruzione del refettorio venne edificata una nuova chiesa intitolata alla Concezione venerandosi in essa una tela dell’Immacolata «attribuita al pittore bolognese Vincenzo Gotti» (Russo). Essa aveva un originale impianto planimetrico su due navate, quella centrale che corrispondeva all’aula di detta chiesa, ed una laterale in cui erano state ricavate cappelle con altari devozionali.

Il terremoto del 5 febbraio 1783 danneggiò la struttura del Convento che ospitava numerosi frati. Il loro numero doveva probabilmente essere inferiore a dodici rispetto ad una presenza cappuccina di ben 41 unità, condizione che, in base al Breve Post integrum, emanato da Pio VI, condannava alla chiusura il cenobio dei Cappuccinelli.

L’istituzione della Cassa Sacra con i beni degli ordini religiosi soppressi causò l’abbandono dei poli religiosi interni ed esterni all’area urbana tardo settecentesca. Il canonico Palestino, nel suo «Cenno storico sui Tremuoti del 1783», così scriveva: «Reggio non pareva già città, ma ora tolti i Conventi sembrò vieppiù degradata».

Nella chiesa della Concezione, che aveva avuto pochi danni, venne ospitata la parrocchia della Candelora. Il riuso della struttura edilizia venne preso in considerazione nel momento in cui, scartata la prima idea di utilizzare come Ospedale il Convento di San Francesco di Paola, venne avanzata l’ipotesi, poi confermata, del convento «dè Padri Cappuccini del luogo novo, tanto per la situazione quanto per l’aria sollevata e salubre che in esso si respira».


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Dopo il sisma del 1783, era andato distrutto l’edificio che ospitava l’antico Ospedale di Santa Margherita e si era realizzata una struttura provvisoria alle falde del regio Castello formata da «una mal costrutta baracca capace di ricevere non più che venti lettini forma la situazione degli uomini infermi; ed un’altra contigua a questa della capacità di venti lettini, costituisce quella delle Donne.

Questi due luoghi sono quasi sempre pieni di ammalati: anzi spesso occorre che non se ne possano ricevere degli altri per non esserci luogo dove situarli». Nel 1796, il marchese Spinelli della Cassa Sacra assegnò alla Pia Istituzione una congrua dotazione finanziaria e le rendite del soppresso Convento dei Minimi e l’orto della Concezione.

Durante l’occupazione francese, nel 1809, la giurisdizione religiosa dell’Ospedale venne sottratta all’Arcivescovo. Nel 1815, a seguito della restaurazione borbonica, l’Ospedale venne trasferito nel Convento dei Cappuccinelli adattandosi i locali all’uso.

Nel 1820, dovendosi ricavare ulteriori cinquanta posti da destinare ad infermeria militare, venne redatto un progetto per ospitare, nel locale della chiesa annessa al convento, gli spazi necessari.

Il progetto, redatto dal Genio Militare borbonico, ci consente di avere una pianta dell’antico Convento e della Chiesa. Il Convento aveva l’accesso dal fronte sul lato occidentale (oggi Via Aschenez) e, sul lato della Via dei Cappuccini, aveva la sua facciata che si protendeva rispetto alla facciata della chiesetta che sul lato orientale aveva la struttura del campanile.

La chiesa aveva la navata principale contigua al porticato del chiostro interno e sul lato orientale aveva la navata minore nella quale erano collocate le cappelle. La grafia del disegno consente una lettura delle parti preesistenti e delle trasformazioni previste dal progetto.

La presenza di scale, poste vicino all’ingresso principale e sul retro della chiesa, oltre alle immagini fotografiche dei primi anni del Novecento, indicano i percorsi di accesso al piano superiore che, in origine doveva ospitare le celle dei monaci.

La facciata della chiesetta, in stile neo-gotico, venne realizzata nel corso dell’Ottocento allineando il corpo avanzato del campanile con il fronte dell’antico convento.


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È molto probabile che le colonnine e gli archetti gotici, conservati nei depositi del Museo Civico di Reggio Calabria, appartengano a quella facciata, avendo anche riscontrato, dalle immagini dei danni dovuti al terremoto del 1908, la loro corrispondenza dimensionale.

Alla struttura dell’antico Convento, venne affiancato, come nuova ala del Civico Spedale, un corpo di fabbrica iniziato nel 1865. Nell’agosto 1878 l’ospedale venne dotato di uno Statuto per la sua gestione per la quale, nel 1879 veniva sancito l’affidamento, per le cure degli ammalati, alle Suore di Carità.

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