Avvenire di Calabria

Una delegazione è partita ieri, 6 marzo, dalla Calabria alla volta di Vyšné Nemecké (Slovacchia) al confine ucraino di Užhorod

La diocesi di Locri in soccorso dell’Ucraina: volontari arrivati al confine slovacco

A guidare il gruppo dei volontari è don Pietro Romeo, vicario generale della Chiesa locrese, col quale siamo in stretto contatto

di Federico Minniti

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La diocesi di Locri in soccorso dell'Ucraina: volontari arrivati al confine slovacco. Una delegazione è partita ieri, 6 marzo, dalla Calabria alla volta di Vyšné Nemecké (Slovacchia) alla frontiera con Užhorod (Ucraina). A guidare il gruppo dei volontari è don Pietro Romeo, vicario generale della Chiesa locrese, col quale siamo in stretto contatto per raccontare da vicino questo viaggio solidale.

Solidarietà, la diocesi di Locri in soccorso dell'Ucraina

Sono bastate poche ore. Le immagini che giungono dall'Ucraina, la fuga di donne e bambini sotto le bombe, le parole del Papa che invita i cristiani a essere costruttori di pace. Poche ore per organizzare una macchina solidale che annulla gli oltre duemila chilometri di distanza tra Locri e Vyšné Nemecké.

Viveri e beni di prima necessità inviati dalla Locride all'Ucraina

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Sui due pullman - messi a disposizione dalle Autolinee Federico - è salito un gruppo di volontari capitanati da don Pietro Romeo, vicario generale della diocesi di Locri-Gerace. «Sentivamo l'urgenza di venire incontro a questa popolazione così sofferente. Era giusto - spiega il sacerdote - che la Calabria rispondesse a questo appello. La condivisione delle loro sofferenze è il Vangelo. Noi non possiamo tirarci indietro».

Con lui sono partiti don Giuseppe Alfano, parroco di Siderno superiore, il medico Veneranda Morelli e la psicologa Rosita Mesiti. A supportarli - come interpreti e mediatori culturali - anche due donne ucraine che vivono ormai stabilmente nella Locride. Già nelle disponibilità dei volontari anche tamponi omologati di terza generazione e tutti i dispositivi di protezione individuale comprensivo di tute anti-covid.

Il gruppo dei volontari della Locride durante una sosta

Il racconto del viaggio

La delegazione della diocesi di Locri è partita carica di viveri e beni di prima necessità che saranno portati al confine tra Slovacchia e Ucraina. Esattamente tra le città di Vyšné Nemecké e Užhorod. Al momento questa cittadina ucraina non è sotto assedio ed è uno dei corridoi umanitari più sfruttati per portare in salvo l'Ucraina più fragile, quella composta da madri coi figli, anziani e disabili.

Non è un caso, infatti, che i volontari calabresi arriveranno da quelle parti. «Proveremo a portare con noi quanta più gente possibile», prosegue don Pietro. Il loro arrivo al confine sta avvenendo proprio in questi istanti: proveremo a raccontarvi gli ulteriori sviluppi dalla viva voce dei volontari.


PER APPROFONDIRE: Profughi Ucraina, ecco come accoglierli in autonomia (e in sicurezza)


Il lavoro incessabile nella Locride

Mentre don Pietro e gli altri sono alle prese con l'emergenza direttamente dal fronte slovacco dopo aver affrontato quasi 24 ore di viaggio, nel frattempo don Rigobert Elangui, direttore della Caritas diocesana di Locri-Gerace, coordina la rete dell'accoglienza.

I profughi ucraini saranno accolti nelle case diocesane. Ma non solo: tantissimi privati si stanno mettendo a disposizione al pari di una grande empatia di diversi sindaci della Locride che si stanno prodigando a fornire i servizi essenziali per chi arriverà coi volontari da Vyšné Nemecké.

«Stiamo lavorando per essere pronti all'arrivo dei nostri fratelli ucraini», ci spiega don Rigobert che prosegue: «Siamo nelle condizioni di accogliere 80 persone dislocate in varie aree del territorio diocesano». Locri, Siderno superiore, Riace, Ardore (sia Superiore che Marina) e Bruzzano: sono queste le cittadine che apriranno le loro porte a quanti scappano dall'invasione militare.

«Saranno sistemati, come prima accoglienza, in scuole, ex case di religiosi, strutture di accoglienza e anche nel Seminario diocesano», spiega il direttore della Caritas di Locri. Prima, però, saranno portati tutti alle Terme di Antonimina per sottoporsi a un secondo tampone e a un check-up medico generale. «Grazie alla solidarietà dei fedeli - conclude don Rigobert - siamo nelle condizioni di offrire beni di prima necessità e vestiti da dare a quanti arriveranno».

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