Avvenire di Calabria

Etica e finanza: Le cooperative di comunità sono una risposta allo spopolamento

È un fenomeno che esalta l’autoimprenditorialità, la cittadinanza attiva delle persone

di Costantino Coros

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Nei comuni con 800-900 abitanti nasce un bambino all’anno se va bene, ma gli ultra 65enni sono più della metà della popolazione

Le cooperative di comunità rientrano tra le nuove frontiere del mutualismo. L’esperienza delle cooperative di comunità nei piccoli comuni delle aree interne rappresenta una risposta allo spopolamento. «Nelle aree interne, sugli oltre 5mile Comuni a rischio spopolamento dobbiamo infrastrutturare risposte prima che sia troppo tardi. Perdere la battaglia significa perdere la coesione del Paese. La cooperazione di comunità è lo strumento per riportare al centro non solo il territorio, ma le persone», ha detto Maurizio Gardini presidente Confcooperative.



Stanno svanendo pezzi significativi di scuole, assistenza, welfare. Nei comuni con 800-900 abitanti nasce un bambino all’anno se va bene, ma gli ultra 65enni sono più della metà della popolazione. Cambiano bisogni e richieste che diventano emergenziali. Le cooperative di comunità rientrano tra le nuove frontiere del mutualismo. Su di esse si attende ancora la legge quadro nazionale che armonizzi le normative regionali.

È un fenomeno che esalta l’autoimprenditorialità, la cittadinanza attiva delle persone. Sono una leva fondamentale per ridare vita a 5.500 comuni italiani, il 67% della superficie del paese, dove lo Stato arretra e il privato speculativo non progetta investimenti, ma dove le persone hanno bisogno di servizi, di lavoro, di restare sul territorio per contrastare il dissesto idrogeologico, per valorizzare le tradizioni eno-turisticogastronomiche. I workers buyout che rigenerano le imprese in fallimento dove i lavoratori diventano imprenditori di se stessi. Le comunità energetiche, il nuovo modello di produzione di energia elettrica pulita che fa bene ai conti delle famiglie, delle imprese e soprattutto all’ambiente. C’è ancora tanto da fare.

«Noi siamo, per un modello di crescita che, nell’alveo dell’economia sociale italiana ed europea, veda il protagonismo dell’autoimprenditorialità cooperativa che valorizzi persone e territori in un contesto di crescita e di sviluppo ambientale, sociale ed economico sostenibile», ha aggiunto Gardini. Tra le varie realtà c’è per esempio “Tiriolo antica” a Scherìa (TrioloCatanzaro) che si occupa della gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.


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A Rocca Calascio alcuni anziani sono assistiti con un progetto sperimentale. Nella zona di Genova esiste “Borghi sparsi” una realtà impegnata nel rispondere ai bisogni emergenti della popolazione e del territorio. Le cooperative di comunità fanno anche tante altre attività. In paesini dove ha chiuso anche il bar del paese si sono organizzate con un pulmino per accompagnare a scuola nel paese più vicino gli unici due bimbi del borgo. E con lo stesso pulmino si fa la spesa per gli anziani o li si accompagna a fare fisioterapia. In oltre 700 comuni dove molto spesso non c’è neanche più l’ufficio postale, la Bcc è l’unico sportello bancario operativo. Oppure una latteria, un caseificio di montagna che continua a ritirare e lavorare il latte dalle stalle di montagna riconoscendo un prezzo al conferitore superiore a quello di mercato.

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