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Per il popolo la Beata Vergine è una presenza protettrice, viva e forte, mai sdolcinata, sempre esemplare e misericordiosa
Nell’analizzare il fenomeno della pietà popolare mariana possiamo affermare innanzitutto che Maria rappresenta il simbolo culturale più potente e popolare degli ultimi duemila anni. Iniziamo col dire che il fenomeno della pietà popolare mariana attinge a radici molto profonde ed antiche, iniziando da quelle bibliche. Basterebbe pensare in primo luogo che chi si consegna incondizionatamente a Maria è proprio la SS. Trinità che le affida il Verbo nell’Incarnazione (cfr. Lc 1,26-38). A ciò aggiungiamo nell’attestazione lucana della lode della donna anonima: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!» (Lc 11,27).

Da tenere in grande considerazione anche la profezia che Maria pronuncerà nel Magnificat: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Ancora: la collocazione strategica che gli Evangelisti hanno utilizzato per sottolineare l’importanza della persona, del ruolo e del significato storico-salvifico della Madre di Dio: l’Incarnazione (cfr. Lc 1,26-38); la Natività (cfr. Lc 1,1-14); la presenza ai piedi della Croce (cfr. Gv 19,25-27) e nel Cenacolo a Pentecoste (cfr. At 1,14). Un altro elemento da tenere in considerazione riguarda anche l’universalità della devozione mariana che ritroviamo in tutti i continenti. Per questo quando ci si interroga sulle motivazioni per cui il popolo orienta la sua devozione verso la Madre di Dio sentiamo che le risposte toccano anche le corde più profonde delle nostre sensibilità religiose.
Maria infatti incarna le attese più profonde dell’umanità e insieme è colei che ha “sedotto” Dio, ha collaborato con lui nel progetto della nostra salvezza e quindi è sempre dalla nostra parte. Ma ci sono soprattutto due motivi che riassumono e polarizzano i legami del popolo con Maria. La prima motivazione è l’ovvia percezione per il popolo che la Vergine è una presenza protettrice, viva e forte, mai sdolcinata, sempre esemplare e misericordiosa, tutta orientata a condurre il credente a Cristo suo Figlio. È quello che insegna San Giovanni Paolo II: «Maria guida i fedeli all’Eucaristia» (Redemptoris Mater, n. 44). Il popolo ha nei confronti di Maria un sensus fidei essenziale (cfr. Lumen gentium, n. 12), una sorta di intuito immediato del cuore grazie al quale, sotto l’azione dello Spirito Santo sente e conosce immediatamente, senza l’aiuto della riflessione o della ragione, che Maria è una presenza viva, che veglia sulla Chiesa come una Madre sui suoi figli; la percepisce come una persona pronta a rispondere a bisogni concreti, attenta ad ascoltare e accogliere le preghiere a lei rivolte, disponibile al dialogo.
Il secondo motivo della predilezione popolare nei confronti della Beata Vergine è dato dal fatto che il popolo riconosce in lei un soggetto ricco di popolarità e in esso si ritrova. Nella sua figura e nella sua storia, come in un Vangelo senza troppe esegesi, il popolo avverte uno stile, un comportamento intensamente e pienamente umano, quello proprio degli umili, dei semplici, di chi giorno dopo giorno fatica a penetrare e decifrare il volere di Dio, proprio come noi. La devozione popolare verso la Beata Vergine affonda inoltre le sue motivazioni più profonde nel fatto che a motivo della sua maternità divina ella è percepita come creatura potente e misericordiosa al tempo stesso: è colei che manifesta in un cuore pienamente umano la potenza dell’amore infinito e misericordioso di Dio.
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A ciò si aggiunga la contemplazione del mistero della sua Immacolata Concezione che ne fa, agli occhi del popolo cristiano, la “diversa da noi” e tuttavia, per il mistero del dolore vissuto ai piedi della Croce, ella diventa anche la Madre vicina al dolore del popolo, colei che, come noi, conosce il sapore salato delle lacrime. In estrema sintesi accogliamo la stupenda riflessione di Paolo VI all’interno della esortazione apostolica Marialis cultus (1974), quando dopo aver analizzato i solidi fondamenti dogmatici del culto alla Beata Vergine così conclude: «Aggiungiamo che il culto alla Beata Vergine ha la sua ragione ultima nell’insondabile e libera volontà di Dio, il quale, essendo eterna e divina carità (cfr 1 Gv 4,7-8. 16), tutto compie secondo un disegno di amore: egli l’amò ed in lei operò grandi cose (cfr Lc 1,49); l’amò per sé stesso e l’amò anche per noi; la donò a se stesso e la donò anche a noi» (n. 56).

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